Meta rifiuta il Codice di condotta dell’Ue sull’intelligenza artificiale. La società critica l’approccio normativo europeo: “Introduce incertezze legali e va oltre l’AI Act
Meta non firmerà il nuovo Codice di condotta dell’Unione europea sui modelli di intelligenza artificiale per scopi generali (Gpai). A comunicarlo è stato Joel Kaplan, Chief Global Affairs Officer dell’azienda statunitense, con una dichiarazione netta: “L’Europa sta imboccando la strada sbagliata in materia di AI”.
Il Codice, pubblicato la scorsa settimana dalla Commissione europea, è un insieme di linee guida volontarie pensate per anticipare l’attuazione dell’AI Act. Mira a promuovere la trasparenza, la tutela del copyright, la sicurezza e la responsabilità tra i fornitori di modelli come ChatGPT, Gemini e altri sistemi di AI generativa.
Meta, però, si chiama fuori. “Abbiamo esaminato attentamente il Codice e non lo firmeremo”, ha affermato Kaplan, sostenendo che il documento “introduce una serie di incertezze legali per gli sviluppatori di modelli, oltre a misure che vanno ben oltre l’ambito di applicazione dell’AI Act”.
Il quadro regolatorio
Le disposizioni dell’AI Act che riguardano i modelli Gpai entreranno in vigore il 2 agosto 2025, mentre l’intera legge sarà pienamente applicabile tra due anni. Il Codice, in quanto volontario, è pensato per accompagnare la transizione regolatoria, offrendo ai firmatari un quadro di maggiore certezza giuridica e riducendo il rischio di ispezioni e sanzioni.
OpenAI, la società madre di ChatGPT, ha già annunciato l’intenzione di aderire una volta che il documento sarà finalizzato. Altri attori, come Anthropic e Mistral, sono ancora in fase di valutazione.
Le critiche delle Big Tech
Non è la prima volta che il processo europeo sull’AI riceve critiche. Secondo Meta, il Codice rischia di “ostacolare lo sviluppo e la diffusione di modelli di IA di frontiera in Europa” e di frenare la capacità delle imprese europee di competere nel settore.
Kaplan ha ribadito che molte grandi aziende – sia statunitensi che europee – chiedono tempi più lunghi e un maggiore coinvolgimento degli operatori. “Condividiamo le preoccupazioni espresse da queste aziende: questa eccessiva portata rischia di bloccare l’innovazione”, ha dichiarato.
Il Codice dovrà ora passare al vaglio degli Stati membri dell’Ue, che siedono nel sottogruppo del Consiglio per l’AI insieme all’Ufficio AI della Commissione. Un’approvazione formale potrebbe arrivare già il 22 luglio, con la pubblicazione ufficiale della lista dei firmatari prevista per il 1° agosto.
Nel frattempo, l’esecutivo europeo ha diffuso nuove linee guida per agevolare la conformità da parte delle aziende, in vista dell’entrata in vigore del primo quadro giuridico al mondo sull’intelligenza artificiale.