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Google perde causa negli Usa: ha violato le leggi antitrust con il monopolio sulle ricerche online

Durante una ricerca su Google vengono visualizzati vari loghi di Google.
Durante una ricerca su Google vengono visualizzati vari loghi di Google. Diritti d'autore Richard Drew/AP Photo, File
Diritti d'autore Richard Drew/AP Photo, File
Di Euronews Agenzie:  AP
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Google ha perso un'importante causa antitrust per il suo dominio nella ricerca online

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Lunedì un giudice statunitense ha stabilito che Google ha usato la sua posizione dominante nella ricerca online per creare un monopolio e per soffocare la concorrenza. Si tratta di una decisione importante, che potrebbe scuotere gli equilibri nel settore delle big tech.

L'Azienda ha reso noto che farà appello.

La decisione è arrivata quasi un anno dopo l'inizio del processo che vede contrapposte le autority a Google nel più grande caso di Antitrust del Paese da decenni a questa parte.

"Dopo aver attentamente considerato e soppesato le testimonianze e le prove, la Corte giunge alla seguente conclusione: Google è un monopolista e ha agito come tale per mantenere il suo monopolio", ha scritto il giudice distrettuale statunitense Amit Mehta in una sentenza di 277 pagine.

Si tratta di un'importante battuta d'arresto per Google e per la sua società madre Alphabet, che aveva sostenuto che la sua popolarità derivava dall'irrefrenabile desiderio dei consumatori di utilizzare un motore di ricerca così bravo in quello che fa da essere diventato sinonimo di ricerca online.

Google ha creato un monopolio

Le autorità antitrust del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti hanno intentato la causa quattro anni fa. Il caso dipingeva Google come un bullo della tecnologia che mirava a proteggere un motore di ricerca che ha generato quasi 240 miliardi di dollari (219 miliardi di euro) di entrate lo scorso anno.

Gli avvocati del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti sostenevano che il monopolio di Google le consentiva di far pagare agli inserzionisti prezzi artificialmente alti, godendo al contempo del lusso di non dover investire più tempo e denaro per migliorare la qualità del suo motore di ricerca.

Come previsto, la sentenza di Mehta si è concentrata sui miliardi di dollari che Google spende ogni anno per installare il suo motore di ricerca come opzione predefinita sui nuovi cellulari e gadget tecnologici.

Google ha cercato di ridicolizzare queste accuse, osservando che i consumatori hanno storicamente cambiato motore di ricerca quando sono rimasti delusi dai risultati ottenuti.

La conclusione di Mehta, secondo cui Google ha gestito un monopolio illegale, apre un'altra fase legale per determinare quali tipi di modifiche o sanzioni dovrebbero essere imposte per invertire il danno fatto e ripristinare un panorama più competitivo.

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