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Ius scholae in Italia: Tajani insiste sulla riforma della cittadinanza, no della Lega

Da sinistra a destra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani
Da sinistra a destra Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Antonio Tajani Diritti d'autore Euronews
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Di Giorgia Orlandi
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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In Italia sono centinaia di migliaia le persone senza cittadinanza nati da genitori stranieri o cresciuti fin da piccoli nel Paese. Il leader di Forza Italia Antonio Tajani chiede una revisione dell’attuale legge sulla cittadinanza risalente al 1992

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Se per Fratelli d'Italia e Lega il dibattito portato avanti da Forza Italia sullo “Ius Scholae” è stato definito "un flirt estivo", per il vicepremier a leader del partito promotore della discussione sulla riforma non sembra così. Parlando ai margini del forum di Cernobbio lo scorso weekend, Antonio Tajani ha ribadito ancora una volta che “il tema va affrontato nel suo complesso” e che non non si tireranno indietro.  

Da tempo la questione viene dibattuta, con un ultimo tentativo di riforma della legge risalente al 1992, fatto nel 2015. Nonostante gli sforzi delle numerose organizzazioni in campo come “Italiani senza cittadinanza” che da tempo si mobilitano per i diritti dei cittadini stranieri in Italia, sono stati fatti pochi progressi.  

Tajani propone di introdurre il cosiddetto “Ius Scholae” per concedere la cittadinanza agli stranieri che completano almeno dieci anni di istruzione obbligatoria in Italia. Sono ancora molti, infatti, i minori che pur essendo nati nel Paese da genitori stranieri, non hanno diritto alla cittadinanza. Secondo i dati del Ministero dell’istruzione circa il 65 per cento del milione di studenti stranieri pronti a tornare in classe, sono nati in Italia. 

Italiani senza cittadinanza: la storia di Amin Nour

Il caso di Amin Nour è esemplare, non solo è il fondatore di “Nibi, Neri Italiani Black Italians”, un’organizzazione che da tempo si occupa della questione, ma è anche uno dei promotori della riforma, essendosi confrontato direttamente con Forza Italia sul tema. La sua storia è quella di molti che come lui, nonostante gli anni trascorsi in Italia, si sentono ancora cittadini di serie B. 

Nour è nato in Somalia, all'età di 4 anni ha lasciato il Paese a causa della guerra civile. Nonostante abbia studiato in Italia per oltre 30 anni, e il completamento di 13 anni di istruzione obbligatoria, non ha ancora ottenuto la cittadinanza italiana. Oggi ha 37 anni e vive in Italia grazie al permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. 

“Avendo lavorato sempre in regola, pagando le tasse, mi ritrovo ad essere uno straniero a casa mia. Dell'Africa a me è rimasto il colore, perché non sono mai sceso in Somalia", ha detto Nour a Euronews. “È come se ti tagliassero una gamba: sei limitato in tutto ciò che fai. Essere italiano è qualcosa di cui essere orgogliosi. Ho fatto karate per anni ero una promessa dello sport, ma non ho potuto partecipare a competizioni nazionali come i miei compagni”. 

Nour ritiene giusto che la cittadinanza venga concessa in base all'istruzione piuttosto che al fattore arbitrario della nascita. “Invece di concedere il diritto alla cittadinanza in base al fatto di essere nati o meno in un Paese, cosa determinata dalla fortuna”, ha detto Nour, “il principio dell'istruzione è diverso, riguarda l'investimento dello Stato nella persona, che è il centro di ogni cosa. Questa non dovrebbe essere vista come una questione politica di destra o di sinistra, ma come una questione di buon senso che deve essere affrontata”. 

Italiani senza cittadinanza: la legge ferma al 1992

Anche Save the Children da anni si impegna per tutelare i diritti dei minori stranieri in Italia attraverso attività nelle scuole ed è in prima linea per promuovere la riforma. Di recente ha pubblicato una petizione che ha già raccolto circa 100mila firme. Raffaella Milano, Direttrice Ricerche di Save the Children, ha spiegato ad Euronews che la legge attuale deve essere sostituita. “In Italia la legge è obsoleta. Ha più di 30 anni ed è stata concepita per un Paese fatto di persone che emigravano. È stata creata principalmente per proteggere i figli di quegli italiani che lavoravano all'estero. Nel frattempo il Paese è cambiato moltissimo sia nelle scuole che all'interno delle comunità”, ha detto Milano. 

Nonostante Forza Italia faccia pressione per arrivare alla riforma, raggiungere un compromesso con gli alleati di coalizione, tra cui Fdi e Lega, sembra difficile, come sostiene il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione. “È scritto nel programma del centrodestra e nell’agenda di governo, due partiti su tre dicono e ricordano a Forza Italia che questo non è un tema condiviso”, ha spiegato a Euronews il deputato Sasso. “Possiamo parlarne, ne parliamo da un mese, da questa estate però io dubito che sarà un tema inserito nell’agenda parlamentare. Tra le forze di opposizione certamente, non penso tra i partiti che compongono la maggioranza di questo governo a meno che qualcuno non si voglia porre al di fuori del programma, per il quale gli italiani ci hanno votato. Il 25 settembre del 2022 non ci hanno votato per lo Ius Scholae”. 

Il dibattito è destinato a continuare e non solo in Parlamento. Il partito “Più Europa” e “Italiani senza cittadinanza” chiedono un referendum per allineare le leggi italiane sulla cittadinanza a quelle di altri paesi europei dove, dicono, non vengono richiesti dieci anni per acquisirla. 

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