I deputati non credono che la base giuridica utilizzata dalla Commissione per istituire Safe, lo strumento di difesa dell'Ue da 150 miliardi di euro, che li priva del diritto di co-legislazione, sia quella giusta
La commissione giuridica del Parlamento europeo (Juri) ha votato martedì per raccomandare un’azione legale contro la Commissione europea, accusata di aver aggirato i poteri dell’Eurocamera per istituire il programma Safe, un piano da 150 miliardi di euro destinato ad aumentare la spesa per la difesa nei Paesi membri dell’Ue.
La mozione è stata approvata con 20 voti favorevoli su 23, tramite votazione segreta. Ora spetta alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, decidere se dare seguito alla raccomandazione della commissione. Euronews ha contattato il suo gabinetto per un commento.
Il nodo giuridico: l’articolo 122 del Tfue
Al centro del conflitto c’è la base legale scelta dalla Commissione per far passare il programma. Safe è stato approvato invocando l’articolo 122 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (Tfue), che consente l’adozione di misure straordinarie in caso di gravi difficoltà, come calamità naturali o minacce esterne.
La Commissione ha giustificato la scelta sostenendo che “l’Europa si trova ad affrontare una minaccia alla sicurezza senza precedenti”. Secondo Thomas Regnier, portavoce della Commissione, “l’articolo 122 è la base giuridica appropriata” e Bruxelles “sarà sempre disponibile a spiegarne l’utilizzo”.
Tuttavia, Metsola aveva già inviato una lettera alla presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, a inizio maggio, avvertendo che un uso improprio di questo articolo “metterebbe a rischio la legittimità democratica”, minando le funzioni legislative e di controllo del Parlamento europeo. Pur non contestando il merito del regolamento, Metsola aveva espresso “profonda preoccupazione” per la scelta della base giuridica.
Che cos’è il programma Safe
Safe – elemento centrale della strategia “Prontezza 2030” – prevede che la Commissione raccolga fino a 150 miliardi di euro sui mercati finanziari. Questi fondi saranno poi prestati agli Stati membri per investimenti nella difesa, in previsione di potenziali minacce militari, in particolare da parte della Russia, che alcune agenzie di intelligence ritengono possa rappresentare un pericolo concreto entro la fine del decennio.
Per accedere ai fondi, i Paesi dovranno presentare piani dettagliati per progetti congiunti che coinvolgano almeno due Stati membri (o un Paese terzo qualificato), con una clausola che richiede che almeno due terzi del valore dei progetti provenga da produzione europea. Il programma dovrebbe iniziare a erogare finanziamenti all’inizio del 2026.
L’articolo 122 è già stato utilizzato dalla Commissione in passato per risposte rapide durante la pandemia da Covid-19 e la crisi energetica. Tuttavia, il suo utilizzo per iniziative a lungo termine come Safe solleva dubbi tra i legislatori sulla correttezza procedurale e sull’equilibrio dei poteri tra Commissione e Parlamento.