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Ue, meno burocrazia per l’industria della difesa: proposte misure per accelerare gli investimenti

Eurocopters Tiger dell'esercito tedesco partecipano a un'esercitazione militare internazionale a livello di divisione lituano-tedesca in Lituania il 29 maggio 2024
Eurocopters Tiger dell'esercito tedesco partecipano a un'esercitazione militare internazionale a livello di divisione lituano-tedesca in Lituania il 29 maggio 2024 Diritti d'autore  AP Photo/Mindaugas Kulbis
Diritti d'autore AP Photo/Mindaugas Kulbis
Di Alice Tidey
Pubblicato il
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La Commissione propone autorizzazioni rapide, licenze uniche per i trasferimenti e accesso facilitato a fondi e sostanze chimiche: "Velocità e prevedibilità per rispondere alle sfide di sicurezza"

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La Commissione europea ha presentato martedì una serie di misure con l’obiettivo di ridurre la burocrazia per il settore della difesa e stimolare un significativo aumento della produzione.

Il pacchetto “Omnibus della semplificazione” include interventi per velocizzare le autorizzazioni alle aziende del comparto, facilitare la circolazione transfrontaliera lungo la catena di approvvigionamento, e migliorare l’accesso ai finanziamenti e alle sostanze chimiche pericolose.

La proposta arriva tre mesi dopo il piano “Prontezza 2030”, volto ad accrescere la produzione e il dispiegamento delle capacità militari critiche necessarie all’Ue entro la fine del decennio, quando le agenzie di intelligence temono che la Russia possa essere in grado di attaccare un altro Paese europeo.

Il piano prevedeva fino a 800 miliardi di euro di investimenti nel settore nei prossimi quattro anni, grazie a norme fiscali meno stringenti e a prestiti della Commissione basati su fondi raccolti sui mercati.

“Tuttavia, il denaro da solo non basta, se la tradizionale burocrazia - forse adatta ai tempi di pace - rischia di ostacolare gli sforzi industriali per aumentare la produzione,” ha dichiarato Andrius Kubilius, Commissario per la Difesa e lo Spazio, durante una conferenza stampa. “Ora servono regole che garantiscano velocità, prevedibilità e scala all’industria, alle forze armate e agli investitori”, ha aggiunto.

Autorizzazioni più rapide

Tra le misure principali c’è la creazione, da parte degli Stati membri, di uno sportello unico per le richieste di autorizzazione, con un termine massimo di 60 giorni per ottenere risposta.

Attualmente, le aziende del settore possono impiegare fino a tre o quattro anni per ottenere tutti i permessi necessari, con documentazioni come le valutazioni di impatto ambientale che variano da un’agenzia all’altra.

Questo approccio semplificato potrebbe sollevare obiezioni da parte delle Ong ambientaliste e di altri gruppi civici. “Abbiamo previsto che eventuali controversie o reclami, amministrativi o giudiziari, vengano trattati con priorità, secondo quanto stabilito dalla legge,” ha precisato un funzionario della Commissione.

Un altro punto centrale della proposta è la revisione della direttiva sugli appalti pubblici della difesa - per facilitare gli acquisti congiunti - e della direttiva sui trasferimenti intra-Ue di prodotti per la difesa.

Su quest’ultima, Bruxelles intende introdurre una licenza unica che consenta ai componenti destinati a progetti industriali di attraversare le frontiere quante volte necessario senza richiedere ulteriori autorizzazioni - una procedura che oggi può causare ritardi fino a un anno e mezzo.

Queste “soluzioni rapide”, secondo la Commissione, potrebbero “far risparmiare molto tempo”.

La reale rapidità dipenderà però dai tempi di negoziazione e approvazione da parte dei legislatori europei e dei governi nazionali.

Accesso ai prodotti chimici e ai finanziamenti

Altre misure mirano a chiarire quali deroghe in materia di ambiente, salute e sicurezza possano applicarsi al settore della difesa, e quali ambiti siano compatibili con gli standard ambientali, sociali e di governance (Esg) dell’Ue, così da favorire gli investimenti.

Le sostanze chimiche sono cruciali nella produzione di armi, soprattutto munizioni, ma molte sono soggette a restrizioni nell’Ue per effetto della normativa Reach, che tutela salute pubblica e ambiente. L’Ue sta inoltre valutando ulteriori limiti all’uso dei Pfas (sostanze per- e polifluoroalchiliche) in settori specifici.

A causa di normative nazionali differenti, l’utilizzo di queste sostanze varia in base al tipo, all’uso previsto e alle quantità richieste, con licenze rilasciate spesso caso per caso.

Le prossime linee guida della Commissione ribadiranno che il regolamento Reach consente agli Stati membri di autorizzare l’uso nazionale di alcune sostanze per ragioni di difesa e produzione.

Si tratta di una richiesta chiave da parte dell’industria. “Se dovessimo sostituire immediatamente queste sostanze, non saremmo in grado di produrre nulla,” ha dichiarato Micael Johansson, amministratore delegato dell’azienda svedese Saab e presidente dell’Associazione delle industrie aerospaziali, di sicurezza e difesa d’Europa (Asd). “In questa situazione di crisi in cui dobbiamo costruire, forse serve una deroga,” ha aggiunto.

Un’altra serie di linee guida sarà rivolta alle istituzioni finanziarie per rassicurarle sul fatto che gli investimenti nel settore della difesa non saranno penalizzati, chiarendo che “il quadro finanziario sostenibile dell’Unione non impone restrizioni al finanziamento della difesa,” ha detto il commissario al Commercio Valdis Dombrovskis.

Le linee guida specificheranno che tali investimenti “possono contribuire alla stabilità, alla sicurezza e alla pace in Europa”, ha dichiarato un funzionario Ue. Solo le armi proibite saranno rigorosamente escluse.

La Commissione si aspetta che “la semplificazione generi notevoli risparmi sui costi,” anche se una stima precisa sarà resa nota solo in estate.

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