Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha dichiarato di “non fare alcuna accusa”, ma di voler “fare chiarezza su quanto accaduto al momento della presenza della nave cinese nell'area dell'incidente"
Diversi media hanno riferito che la Svezia ha sollecitato il ritorno della nave cargo cinese Yi Peng 3 nelle acque svedesi - al fine di facilitare le indagini avviate dopo il danneggiamento dei cavi sottomarini nel Mar Baltico.
La nave cinese, che si trova attualmente nelle acque internazionali tra Svezia e Danimarca, è al centro dell'indagine sulla rottura di due cavi sottomarini per le telecomunicazioni.
“La richiesta è stata inoltrata sia all’equipaggio della nave sia alle autorità cinesi”, ha dichiarato il primo ministro svedese Ulf Kristersson.
Le voci che ipotizzano il sabotaggio
Vermund Sogaard-Sorensen, ex comandante, espone le sue perplessità: “Sostenere che si è trattato di un incidente: sì, forse. Ma. in genere, non si verificano due incidenti nelle stesse 24 ore”.
Jens Wenzel Kristoffersen, analista della difesa, Nordic Defence Analysis, solleva un altro dubbio: “Il fatto che la nave improvvisamente inizi a restare immobile, e in questo caso sopra tre cavi. Non è un comportamento normale per una nave mercantile”.
La Svezia, la Finlandia e la Germania hanno avviato la scorsa settimana l'inchiesta sull'incidente e hanno sollevato dubbi su un possibile sabotaggio.
Il primo ministro svedese Ulf Kristersson ha dichiarato di “non fare alcuna accusa”, ma di voler “fare chiarezza su quanto accaduto”.
L'incidente nelle acque svedesi
Il 17 e il 18 novembre due cavi per le telecomunicazioni, situati in acque svedesi nel mar Baltico, erano stati danneggiati: uno, l’Arelion, collega l’isola svedese di Gotland alla Lituania; l'altro, il C-Lion1, mette in collegamento Helsinki, in Finlandia, a Rostock, in Germania.
La Yi Peng 3, una portarinfuse cinese costruita nel 2001, era in navigazione nell'area al momento della rottura.
Tensioni nel Baltico
Da più parti è stata evocata l'ipotesi di un “atto di guerra ibrida”, orchestrato dalla Russia.
“L’Europa deve preoccuparsi non solo dell'aggressione russa all'Ucraina, ma anche di possibili atti di guerra ibrida” era stato il commento delle ministre degli Esteri di Germania e Finlandia, Annalena Baerbock ed Elina Valtonen.
Secondo il Cremlino, le accuse sono “ridicole”.