L'ambasciatore del Libano a Bruxelles Fadi Hajali ha risposto alle domande di Euronews, accusando Israele di un"evidente aggressione" contro il proprio Paese
I morti nei due giorni di attacchi aerei israeliani hanno superato i 500: circa la metà del numero delle vittime totali dell'ultima guerra aperta in Libano, nel 2006, spiega l'ambasciatore. "L’enorme numero di vittime è semplicemente atroce, inaudito in Libano in un giorno solo. Speriamo che la comunità internazionale si riunisca e cerchi di imporre la cessazione immediata delle ostilità".
"L'Ue sanzioni Israele"
Mentre la comunità internazionale teme un’escalation del conflitto all’intera regione mediorientale, e l'Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri Josep Borrell paventa il rischio di una "guerra vera e propria", Fadi Hajali sottolinea come i raid israeliani colpiscano soprattutto la popolazione inerme del Libano e accusa Israele di non fare distinzione tra obiettivi civili e militari. "Questo è un grande affronto alla legge internazionale sui diritti umani".
L’ambasciatore ringrazia l’Unione europea per il supporto economico e umanitario, che finanzia esercito e ospedali, per le dichiarazioni di condanna del suo Alto rappresentante per gli Affari esteri, Josep Borrell. Ma le chiede di fare un passo in più.
"È chiaro che Israele dovrebbe essere sanzionato. Bisognerebbe davvero esaminare seriamente le trasgressioni commesse da Israele. Lo ha affermato la Corte internazionale di giustizia in almeno due dichiarazioni. Ci sono quindi diverse possibilità: le istituzioni dell'UE e gli Stati membri possano sanzionare Israele. O quantomeno, almeno rivedere l'intera relazione Ue-Israele".
Contro il Libano o contro Hezbollah?
Le forze armate israeliane rivendicano di aver colpito decine di obiettivi di Hezbollah, l’organizzazione paramilitare islamista che controlla buona parte del Libano e attacca spesso il nord di Israele. Ma Fadi Hajali contesta la versione israeliana di un conflitto rivolto unicamente contro il gruppo di combattenti.
"In realtà questa narrazione è sbagliata: si tratta di una guerra contro un Paese, contro un popolo, contro dei civili. Questa è la prima cosa da dire. Per noi la questione più importante è che questa guerra finisca e finisca subito. Se questa evidente aggressione israeliana contro il nostro Paese proseguirà, saremo tutti uniti nel denunciarla".
Come spiega l'ambasciatore a Euronews, "Hezbollah è un attore politico significativo in Libano". L'organizzazione guidata da Hassan Nasrallah è al tempo stesso un partito politico e dispone di un'ala militare, cresciuta e finanziata dall'Iran fino a superare in arsenali e potenza di fuoco lo stesso esercito di Beirut.
In teoria, la risoluzione 1701 del Consiglio di sicurezza dell'Onu (11 agosto 2006) stabilisce un contingente militare di 13mila unità (Unifil), che insieme alle forze libanesi dovrebbe disarmare i gruppi armati e prevenire la ripresa delle ostilità con Israele.
Ma nella pratica, Hezbollah non è mai stata disarmata, e ha anzi accresciuto il proprio arsenale grazie soprattutto all'appoggio dell'Iran. Mentre l'esercito libanese resta "sovraccarico" secondo l'ambasciatore, perché già parecchio impegnato a garantire la sicurezza sul territorio del Paese. Di fatto, non sarebbe in grado di fronteggiare gli attacchi israeliani.