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Commissione Ue, von der Leyen separa la politica di allargamento a Est dal vicinato con Nord Africa

Ursula von der Leyen, a sinistra, e Dubravka Šuica, a destra
Ursula von der Leyen, a sinistra, e Dubravka Šuica, a destra Diritti d'autore Christophe Licoppe/Christophe Licoppe
Diritti d'autore Christophe Licoppe/Christophe Licoppe
Di Mared Gwyn Jones
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

L'obiettivo è di concentrare gli sforzi dei nuovi responsabili in Commissione su priorità specifiche: l'allargamento in funzione della guerra in Ucraina, per Marta Kos, e i partenariati sui migranti dal Nord Africa e la crisi in Medio Oriente per Dubravka Šuica

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La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha ufficialmente separato il portafoglio dell'allargamento ai Paesi dell'Est Europa e da quello del vicinato con i partner in Medio Oriente e Nord Africa.

Per due decenni, l'Unione ha coordinato i suoi partenariati con i Paesi vicini attraverso un unico Commissario europeo. Tuttavia, il nuovo esecutivo annunciato martedì da von der Leyen comprende una commissaria per l'allargamento, la slovena Marta Kos, e un'altra per il Mediterraneo e gli accordi di vicinato oltre la frontiera meridionale dell'Ue, la croata Dubravka Šuica.

La presidente della Commissione ha spiegato che la divisione è necessaria per consentire alla responsabile dell'allargamento di concentrarsi pienamente sul sostegno ai Paesi candidati all'adesione.

Ai dubbi sulla possibilità che l'Europa inizi a usare due pesi e due misure nei confronti dei vicini, von der Leyen ha risposto che l'aggressione della Russia all'Ucraina ha creato una priorità geopolitica per il blocco.

Amnesty International, Ue usa un doppio standard con i vicini

"È diventato un portafoglio così grande che si è scoperto che non avevamo un impatto sufficiente", ha detto un alto funzionario della Commissione, parlando a condizione di anonimato.

"Dieci anni dopo la primavera araba, purtroppo siamo tornati al punto di partenza" ha aggiunto, auspicando che la divisione delle competenze possa consentire all'Ue di tornare a essere un attore credibile per la sponda sud del Mediterraneo.

Il funzionario ha aggiunto che le relazioni dell'Ue con la Turchia, un Paese mediterraneo e candidato all'adesione (nonostante sia in una fase di stallo) saranno condivise tra le due commissarie.

Tuttavia, l'iniziativa non convince alcuni osservatori.

"I valori dei diritti umani e della democrazia sono al centro della politica estera dell'Ue e sono richiesti ai Paesi candidati. È chiaro invece che gli obiettivi della cooperazione con i Paesi mediterranei sono diversi", ha dichiarato a Euronews Hussein Baoumi di Amnesty International.

"Nel caso del vicinato meridionale, si lavora sui controlli sull'immigrazione, sulla cooperazione energetica e, fondamentalmente, sulla garanzia che questi Paesi siano allineati con gli obiettivi strategici dell'Ue", ha spiegato Baoumi. "Si consolida così l'idea che i valori della democrazia e dei diritti umani valgano per alcuni, ma non per altri".

Ursula von der Leyen con il presidente tunisino Kaïs Saïed
Ursula von der Leyen con il presidente tunisino Kaïs SaïedChristophe Licoppe/ EU/Christophe Licoppe

La neocommissaria Šuica, alleata di lunga data di von der Leyen e membro come lei dei Popolari europei, è stata incaricata di "rendere operativi gli aspetti esterni" della politica migratoria dell'Ue, anche attraverso la creazione di "partenariati globali" con i partner della regione, seguendo il modello dei recenti accordi di gestione dell'immigrazione in denaro con Tunisia, Egitto, Mauritania e Libano.

In base a questi accordi, il blocco inietta denaro nelle economie dei Paesi in cambio dell'impegno a reprimere le reti di contrabbando di migranti e a ridurre il numero di migranti che intraprendono il pericoloso viaggio in barca verso la costa meridionale dell'Unione.

L'accordo con la Tunisia, siglato nel luglio 2023, ha contribuito a un calo del 60 per cento degli arrivi irregolari via mare in Italia nei primi otto mesi di quest'anno rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il modello sta guadagnando trazione e interesse tra gli Stati membri dell'Ue, soprattutto perché la crescente popolarità dei partiti di destra e anti-migrazione sta trascinando la questione migratoria al centro della politica nazionale.

Ma i difensori dei diritti umani hanno criticato la mancanza di vincoli legati ai finanziamenti, affermando che l'esecutivo sta chiudendo un occhio sugli abusi dei governi partner nei confronti delle comunità di migranti, pur documentati, a partire proprio dalla Tunisia.

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Šuica dovrà mettere a punto strategia per Gaza e per ruolo Ue in Medio Oriente

In attesa di un'audizione e di un voto parlamentare di conferma, Šuica sarà anche incaricata di redigere una nuova "Strategia dell'Ue per il Medio Oriente" per affrontare il dopoguerra a Gaza, in collaborazione con la nuova Alta rappresentante per gli Affari esteri e la Sicurezza, Kaja Kallas.

Diverse fonti a conoscenza delle lotte di potere all'interno dell'esecutivo hanno riferito a Euronews che si teme che von der Leyen stia puntando a stringere la propria presa sulla politica del blocco verso il Medio Oriente dopo la fine del mandato diplomatico di Josep Borrell, che aveva spinto per una linea più decisa con Israele affinché osservi i propri obblighi internazionali nel conflitto con Hamas.

Ursula von der Leyen in Israele nell'ottobre 2023
Ursula von der Leyen in Israele nell'ottobre 2023Bea Bar Kallos/Bea Bar Kallos

Šuica erediterà anche la gestione dei finanziamenti europei all'Autorità Palestinese, che secondo la lettera di intenti di von der Leyen saranno "ancorati alle riforme", contribuendo a "spianare la strada per una soluzione a due Stati".

Tra le richieste alla nuova commissaria croata c'è anche un "piano strategico di comunicazione" volto a promuovere il ruolo dell'Ue e della sua politica di vicinato e a "contrastare le narrazioni anti-Ue", che si sono impennate da quando è scoppiata la guerra a Gaza quasi un anno fa.

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