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Meloni in Cina per promuovere partnership strategiche con l'Italia

La premier italiana Giorgia Meloni
La premier italiana Giorgia Meloni Diritti d'autore Vincent Thian/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Vincent Thian/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Giorgia Orlandi
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Le interviste di Euronews a Roberto Vavassori, Presidente dell'Associazione italiana dell'industria automobilistica, e a Silvia Menegazzi, professoressa associata in studi cinesi all'Università Luiss di Roma

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È la prima volta dal 2019 che un premier italiano visita in Cina e la prima di Giorgia Meloni da quando ha assunto l'incarico. Un modo per rilanciare i rapporti tra Roma e Pechino e rafforzare la cooperazione economica dopo l'uscita dell'Italia dalla Via della Seta.

Al centro della missione la firma di un Piano d’Azione che prevede la sottoscrizione di 6 intese in diversi settori con particolare attenzione all’industria e al comparto dell’automotive. A fare parte della delegazione anche Roberto Vavassori, Presidente di Anfia (l'Associazione Nazionale Filiera Industria Automotive ) che spiega a Euronews gli aspetti positivi della visita della presidente del Consiglio in Cina.

“Si tratta di quell’endorsement politico senza il quale un’azienda Cinese non se la sentirebbe, anche se economicamente fattibile di investire nel nostro Paese", afferma Vavassori, aggiungendo che ci vorrà del tempo prima che l'expertise cinese possa essere portata in Italia. "Ora spetta alle aziende italiane preparare il terreno affinché ciò accada", continua Vavassori.

Promuovere nuove energie e sviluppare veicoli elettrici

Al centro dell’intesa soprattutto la mobilità elettrica: "Nell'ambito della nuova partnership," spiega Vavassori, "l'obiettivo è portare la produzione di veicoli in Europa, in particolare in Italia, per promuovere nuove energie e sviluppare veicoli elettrici, migliorando ulteriormente le capacità già esistenti in questi settori". Vavassori sottolinea che l'Italia è l'unico Paese europeo ad avere un divario significativo. "Abbiamo un totale di oltre um milione di veicoli tra quelli acquistati e quelli costruiti nel nostro paese," dice Vavassori, "e abbiamo solo un produttore.

È giunto il momento di guardare avanti. Se pensiamo alla transizione verde, abbiamo bisogno di tutte le competenze necessarie per rendere l'intero settore più competitivo. "Ricordiamoci," continua Vavassori, "che la Cina produce in media un totale di circa 27 milioni di veicoli. In Italia, quest'anno la cifra ammonta a mezzo milione. Quindi è chiaro che qui dobbiamo produrre più veicoli."

Roma dunque si muove nel solco del “Partenariato Strategico Globale” tra i due Paesi per rilanciare un rapporto soprattutto bilaterale nel rispetto degli interessi nazionali. Silvia Menegazzi, Professore Associato in Studi Cinesi presso l'Università Luiss, ha commentato questa dinamica in evoluzione, spiegando che l'Italia sta utilizzando un approccio diverso nelle sue relazioni con la Cina. "Si concentra più su una partnership bilaterale," afferma Menegazzi, "mentre l'iniziativa della Via della Seta riguardava un progetto specifico quale parte della politica estera cinese con una portata più ampia e globale."

Italia e Ue cercano dialogo nonostante i dazi

L'Italia e altri Stati membri stanno cercando un nuovo dialogo con Pechino e con l'imposizione dei dazi, Menegazzi sottolinea quanto difficile e necessaria sia la costruzione di una China policy Europea. Si tratta di un percorso a tappe spiega "sebbene tale politica non sia pienamente presente al momento," dice, "fa parte di un processo in corso." La Cina è il secondo più grande partner commerciale extra-Ue dell'Italia, dopo gli Stati Uniti. Giorgia Meloni ha notato che gli investimenti cinesi in Italia rappresentano al momento solo un terzo degli investimenti italiani in Cina. Un divario, ha detto la presidente del Consiglio, che dovrebbe essere colmato.

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