Il consiglio comunale di Marbella ha vietato anche palloni e cani in spiaggia, ma non il fumo. Ma poi che problema c'è a urinare in acqua?
Con un'affluenza record di visitatori in Spagna prevista per quest'estate, la Costa del Sol sta prendendo provvedimenti contro uno degli effetti collaterali meno discussi del turismo di massa: la pipì.
L'idea viene da Vigo, nel nord della Spagna, che due anni fa ha introdotto multe fino a 750 euro per "evacuazione fisiologica in spiaggia o in mare".
Marbella, insieme a Malaga la maggiore città di questo tratto di costa, ha seguito l'esempio della città galiziana, più che raddoppiando la propria multa da 300 euro.
La scorsa settimana il consiglio comunale ha approvato un'ordinanza che vieta la minzione subacquea in 25 spiagge cittadine.
Certo, urinare in pubblico è vietato anche sulla terraferma, ma è più facile da controllare. Non si sa ancora come i bagnini identificheranno i vacanzieri che fanno pipì furtivamente in acqua.
Spagna, no alla pipì in mare ma si può fumare sulla spiaggia
L'"evacuazione fisiologica" non è l'unico divieto menzionato nella nuova ordinanza, che deve ancora superare una consultazione pubblica prima di diventare legge.
I frequentatori delle spiagge non potranno più giocare con i palloni in acqua, né riservare un'area con l'ombrellone. Ci sono anche nuove regole per tenere i cani fuori dall'acqua e limitarli solo alle spiagge designate.
I fumatori e i vapers possono continuare a fumare, ma sono previste multe per chi sporca con mozziconi di sigaretta o resti di cibo.
Le altre città spagnole che hanno messo regole di condotta sulle spiagge
Dal 2022 Vigo, nella regione settentrionale della Galizia, prevede la multa per chi urina in spiaggia, definendola "una violazione delle norme igienico-sanitarie".
Se invece visitate Benidorm, potreste essere multati di ben 660 euro per aver usato sapone o shampoo nelle docce sulla spiaggia. La destinazione turistica prevede anche multe per i fumatori (2mila euro) e per chi fa le ore piccole: avventurarsi sulla sabbia tra mezzanotte e le 7 del mattino può costare 1200 euro.
Il fumo è vietato anche su alcune spiagge di Maiorca, Ibiza e Minorca.
Ma cosa c'è di male nel fare pipì in mare?
Se avete attenzione alla sostenibilità, potreste già seguire alcune buone regole come non tirare lo sciacquone dopo una pipì per non sprecare acqua.
Sicuramente una "evacuazione fisiologica" sott'acqua è altrettanto ecologica?
Sorprendentemente no.
Nonostante sia composta per circa il 95 per cento da acqua, l'urina è tossica per la fauna oceanica, può contribuire alla distruzione della biodiversità ed è particolarmente dannosa per le barriere coralline.
Il restante cinque per cento contiene di tutto, dall'urea (ad alto contenuto di azoto) ai batteri e ai residui di medicinali, motivo per il quale la pipì in mare è stata vietata anche in Portogallo e in Tailandia.
Gli scienziati dell'American Chemical Society hanno smentito la pericolosità della pratica, dichirando che "non c'è assolutamente nulla di male" dal momento che "la quantità di urea nella pipì è trascurabile rispetto al volume del mare".