Sentenza storica collega clima a diritti umani: la Cedu condanna la Svizzera

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Image Diritti d'autore Jean-Francois Badias/Copyright 2024 The AP. All rights reserved.
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Con una sentenza storica la Cedu ha messo in relazione la difesa del clima e i diritti umani. I giudici di Strasburgo hanno condannato la Svizzera per mancate misure. Respinti i ricorsi di attivisti portoghesi e francesi

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La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Svizzera in una sentenza in cui per la prima volta lega la tutela dei diritti umani al rispetto degli obblighi sul clima. In tre casi distinti i giudici sono stati chiamati a stabilire se gli Stati hanno violato i diritti dei loro cittadini perché non hanno preso le misure necessarie a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici come previsto dall'accordo di Parigi sul clima del 2015 (Cop21).

L'associazione di anziane donne che ha fatto causa alla Svizzera ha vinto in parte il ricorso. La Cedu, escludendo la violazione dell'articolo 2 dalla sentenza, ha condannato lo Stato elvetico per aver violato l'articolo 8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo, ovvero il diritto al rispetto della vita privata e familiare, in quanto non ha preso sufficienti misure per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici.

La Corte ha invece rigettato due casi omologhi presentati rispettivamente da sei giovani attivisti portoghesi e dall’ex sindaco di Grande-Synthe, in Francia. Anche se per ragioni diverse, i giudici di Strasburgo hanno ritenuto irricevibili entrambi i casi.

I casi su cui decide la Cedu

Svizzera

Verein KlimaSeniorinnen Schweiz and Others v. Switzerland, un procedimento avviato a seguito del ricorso presentato dall’associazione elvetica Senior women for climate protection Switzerland (Anziane per il clima Svizzera) e da altri singoli querelanti, supportati da Greenpeace Svizzera.

Le ricorrenti "chiedono alla Corte di obbligare la Svizzera a intervenire a tutela dei loro diritti umani, e di adottare i provvedimenti legislativi e amministrativi necessari per contribuire a scongiurare un aumento della temperatura media globale di oltre 1,5 gradi centigradi, applicando obiettivi concreti di riduzione delle emissioni di gas serra".

Il ricorso delle Anziane per il clima, presentato il 29 marzo 2023, è stato "il primo caso in assoluto sul tema del cambiamento climatico esaminato dalla Grande Camera. Nell’ambito di questo procedimento, come terza parte anche l’Italia, tramite l’Avvocatura generale dello Stato, ha presentato una propria memoria, per supportare la posizione della Svizzera".

Portogallo

Duarte Agostinho and Others v. Portugal and 32 Other States, una causa intentata da un gruppo di giovani portoghesi nei confronti di 32 Stati, accusati di non fare abbastanza per ridurre le emissioni.

Francia

Carême v. France, che ha per protagonista l’ex sindaco del Paese transalpino Grande-Synthe, il quale sostiene che la Francia non ha adottato misure sufficienti per limitare il riscaldamento globale.

Il verdetto sui tre casi menzionati dimostra "l’importanza crescente delle cosiddette climate litigation (o cause climatiche). I pronunciamenti della Grande camera della Cedu potrebbero avere ripercussioni significative sulla giurisprudenza in materia di clima e diritti umani: si prevede infatti una sentenza di principio, alla quale tutti gli Stati del Consiglio d’Europa, Italia inclusa, dovranno fare riferimento", ha detto Greenpeace.

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