La guerra in Ucraina non è ancora finita, ma il governo di Kiev e l'Unione europea già pensano alla ricostruzione postbellica del Paese, con l'obiettivo di favorire progetti a ridotto impatto ambientale
I rappresentanti dell'esecutivo comunitario, del governo di Kiev e di alcune imprese private si sono riuniti a Vilnius, in Lituania, per discutere i preparativi necessari in modo da entrare in azione non appena sarà terminato il conflitto.
Un Paese da ricostruire
La guerra intrapresa dalla Russia nel febbraio 2022 ha avuto effetti devastanti non solo sulle città ucraine, ma anche sull'ambiente: ad esempio, la distruzione della diga di Kachovkaha provocato il peggiore ecocidio dopo l’esplosione della centrale nucleare di Chernobyl nel 1986.
L'Ucraina è attualmente il paese con il maggior numero di mine disseminate sul suo territorio, circa 34 specie naturali sono scomparse a causa dei combattimenti e anche le foreste del Paese sono state danneggiate. Ma la sfida più grande non è ripristinare gli ambienti naturali, quanto adottare un’economia con meno emissioni di gas climalteranti.
Per questo, l’Ucraina ha bisogno di trasformare la propria rete energetica e ricostruire gli edifici pubblici e residenziali: la ricostruzione del dopoguerra rappresenta un'opportunità per molte aziende europee e infatti ai dibattiti di Vilnius c'erano anche rappresentanti del settore edile e imprese attive nella gestione dell'acqua e dei rifiuti.
Una ricostruzione efficiente e sostenibile
"Abbiamo un’opportunità unica per ricostruire meglio e in modo più sostenibile", dice a Euronews Virginijus Sinkevičius, commissario europeo all'Ambiente.
"Mi fa piacere vedere tanti architetti europei che si dedicano a questo. Gli edifici pubblici distrutti dovranno essere tutti efficienti dal punto di vista energetico e alimentati con energia rinnovabile".
Dello stesso avviso anche Ruslan Strilets, ministro della Protezione ambientale e delle risorse naturali dell'Ucraina.
"Non parliamo solo di sostegno internazionale diretto per ripristinare qualcosa, ma anche di investimenti. Prima di tutto abbiamo bisogno di cooperazione con gli investitori e di costruire nuove strutture, nuove tecnologie, per costruire forse nuove industrie, ma utilizzando le risorse disponibili nel miglior modo, come avviene nella legislazione europea che abbiamo firmato.
Secondo la Commissione, comunque, la ricostruzione dell’Ucraina avrà un costo enorme e toccherà alla Russia pagare il conto. Un’altra sfida, sia per il governo di Kiev che per le istituzioni di Bruxelles, sarà convincere i sei milioni di cittadini ucraini che attualmente vivono nei Paesi dell'Unione a ritornare a casa.