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Ursula von der Leyen difende il suo viaggio in Israele al Parlamento europeo

Mercoledì mattina Ursula von der Leyen ha parlato al Parlamento europeo degli ultimi sviluppi della guerra tra Israele e Hamas.
Mercoledì mattina Ursula von der Leyen ha parlato al Parlamento europeo degli ultimi sviluppi della guerra tra Israele e Hamas. Diritti d'autore European Union, 2023.
Diritti d'autore European Union, 2023.
Di Jorge Liboreiro
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Ursula von der Leyen ha difeso il suo viaggio in Israele dopo l'attacco di Hamas e invitato l'Unione Europea a "raddoppiare" gli sforzi per proteggere la popolazione civile nella Striscia di Gaza

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 "Tutti i fatti devono essere accertati e i responsabili devono essere chiamati a rispondere. In questo momento tragico, dobbiamo tutti raddoppiare gli sforzi per proteggere i civili dalla furia di questa guerra", ha detto von der Leyen riferendosi all'attacco che ha colpito l'ospedale al-Ahli a Gaza, uccidendo centinaia di persone.

"Non c'è contraddizione tra la solidarietà nei confronti di Israele e l'intervento a favore dei bisogni umanitari dei palestinesi"
Ursula von der Leyen
Presidente della Commissione europea

La difesa di Ursula

Le parole e le azioni della Presidente della Commissione europea sono state oggetto di un intenso esame negli ultimi giorni, con i critici che le rimproverano di aver espresso un  sostegno incondizionato a Israele senza sottolineare la necessità di rispettare il diritto internazionale e di esercitare la moderazione.

Il suo viaggio in Israele del 13 ottobre, durante il quale ha incontrato il primo ministro Benjamin Netanyahu, è stato in particolare oggetto di critiche, anche se il giorno successivo von der Leyen ha rilasciato una dichiarazione in cui sostiene "il diritto di Israele a difendersi dai terroristi di Hamas, nel pieno rispetto del diritto umanitario internazionale".

Davanti agli eurodeputati a Strasburgo, la presidente della Commissione ha spiegato la sua posizione: "Non c'è contraddizione tra la solidarietà nei confronti di Israele e l'intervento a favore dei bisogni umanitari dei palestinesi".

Von der Leyen ha denunciato gli "atroci attacchi terroristici" lanciati da Hamas "con l'obiettivo esplicito di sradicare la vita degli ebrei" e descritto Israele come un Paese sotto choc, per il "male puro" subito. "Credo sia stato importante trasmettere questo messaggio di solidarietà di persona, in Israele, pochi giorni dopo l'attacco di Hamas", ha dichiarato la presidente.

La presidente, che non ha affrontato esplicitamente le critiche ricevute, ha detto che la sua visita ha incluso discussioni sugli "sforzi di Israele per proteggere le vite dei civili" e  promesso che la posizione dell'Ue come principale donatore per i palestinesi "non cambierà".

La Commissione ha recentemente annunciato la volontà di triplicare gli aiuti umanitari ai territori palestinesi, da 25 a 75 milioni di euro e di istituire un ponte aereo per portare i rifornimenti in Egitto e da lì inviarli a Gaza. "I finanziamenti dell'Ue non sono mai andati ad Hamas o a qualsiasi entità terroristica. Quello che Hamas ha fatto non ha nulla a che fare con le legittime aspirazioni del popolo palestinese".

Von der Leyen ha concluso il suo intervento con un duro monito sull'aumento degli incidenti antisemiti in Europa e sulla diffusione di discorsi di odio online in reazione alla guerra tra Israele e Hamas. Il suo esecutivo ha aperto la scorsa settimana un'indagine formale su X per la gestione della disinformazione e dei contenuti terroristici violenti da parte della piattaforma.

"Il diritto all'autodifesa, come ogni altro diritto, ha dei limiti. In questo caso, si tratta dei limiti stabiliti dal diritto internazionale e, in particolare, dal diritto internazionale umanitario"
Josep Borrell
Alto rappresentante dell'Unione europea per gli Affari esteri

Borrell auspica la soluzione dei due Stati

Il dibattito sul Medio Oriente ha visto anche l'intervento di Josep Borrell, Alto rappresentante dell'Ue per gli Affari esteri, che rispetto a von der Leyen sembra adottare  una posizione più critica nei confronti dell'offensiva militare di Israele nella Striscia di Gaza.

"Il diritto all'autodifesa, come ogni altro diritto, ha dei limiti. In questo caso, si tratta dei limiti stabiliti dal diritto internazionale e, in particolare, dal diritto internazionale umanitario", ha dichiarato Borrell ai deputati.

"Condannare una tragedia non dovrebbe impedirci di condannarne un'altra", ha proseguito, "mostrare il nostro cordoglio per le vittime di attacchi terroristici non dovrebbe, e non ci impedisce, di mostrare i nostri sentimenti per gli altri morti".

Per rafforzare la posizione comune dell'Ue, Borrell ha proposto quattro principi: fermezza nel denunciare Hamas e nel chiedere la liberazione degli ostaggi, umanità nei confronti della popolazione civile di Gaza, coerenza politica e impegno per affrontare le cause profonde del conflitto israelo-palestinese e promuovere una "pace giusta".

"La pace tra i Paesi arabi e Israele, che è una buona notizia, non porta automaticamente alla pace tra Israele e Palestina, che deve essere anch'essa raggiunta", ha detto. "Finché non ci sarà pace non ci sarà un esercito abbastanza potente da garantire la pace di Israele".

"Ma la pace non verrà da sola, la pace deve essere costruita", ha aggiunto.

Borrell ha invocato lo spirito degli Accordi di Oslo, firmati a metà degli anni '90 per aprire la strada all'autogoverno palestinese e alla soluzione dei due Stati, ma che non sono mai stati pienamente attuati, lasciando incompleto il processo di pace.  

"Dagli accordi di Oslo a oggi,  il numero di coloni israeliani nei territori occupati è triplicato. Lo spazio per un possibile Stato palestinese si è ridotto e trasformato in un labirinto di spazi staccati l'uno dall'altro", le parole di Borrell.

"Ma anche se la soluzione dei due Stati sembra lontana, non abbiamo nient'altro. Qual'è l'alternativa? Se non ci sono due Stati, ce ne può essere solo uno, e che tipo di vita ci sarebbe in quello Stato? In quali condizioni?".

Secondo Borrell, il modo migliore per l'Europa di onorare i morti "da una parte e dall'altra" è quello di imprimere l'impulso politico necessario per rilanciare i colloqui di pace nel quadro delle Nazioni Unite.

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"Il modo in cui comunichiamo la nostra posizione in questo conflitto determinerà il ruolo dell'Europa nel mondo per molti anni a venire".

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