Più di 70 membri del Parlamento europeo hanno chiesto le dimissioni di Olivér Várhelyi, il Commissario all'Allargamento che aveva annunciato in modo fuorviante la sospensione di "tutti i pagamenti" dei fondi Ue destinati ai palestinesi
Várhelyi aveva annunciato la sospensione di tutti i pagamenti in reazione all'attacco militare lanciato dal movimento che controlla la Striscia di Gaza.
"In qualità di principale donatore per i palestinesi, la Commissione europea sta mettendo sotto esame l'intero portafoglio di sviluppo, per un valore totale di 691 milioni di euro", le sue parole sul social network X.
La gaffe di Várhelyi
Nelle prime ore dopo l'annuncio, i media riportarono la notizia come una sospensione totale di tutti gli aiuti ai palestinesi, compresi i fondi umanitari.
Un altro commissario, quello alla Gestione delle crisi Janez Lenarčič, aveva poi specificato che gli aiuti umanitari ai palestinesi sarebbero proseguiti, mentre in un momento di crescente sofferenza umana nella Striscia di Gaza.
Infine, la Commissione europea ha chiarito che i fondi umanitari sarebbero proseguiti, mentre mentre si svolgerà una "revisione urgente" dell'assistenza allo sviluppo stata stanziata ma non ancora erogata.
La Commissione ha poi ammesso che Várhelyi aveva agito di propria iniziativa e non si era assicurato l'autorizzazione della presidente Ursula von der Leyen prima di dare l'annuncio.
"L'annuncio fatto dal Commissario Várhelyi non è stato preceduto da consultazioni con nessun membro del Collegio: questo deve essere assolutamente chiaro", ha dichiarato Eric Mamer, portavoce capo della Commissione.
73 parlamentari chiedono le dimissioni
Ma 73 eurodeputati provenienti da diversi gruppi del Parlamento europeo vogliono la testa del commissario Várhelyi, come chiarito in una lettera inviata alla presidente von der Leyen il 17 ottobre.
"Il commissario Várhelyi non aveva alcuna autorità per decidere unilateralmente questa sospensione, né per comunicarla ufficialmente sui suoi social media senza che la decisione fosse presa con un regolare processo", si legge nella missiva.
Per sottolineare il loro disappunto, gli eurodeputati hanno rievocato un controverso episodio dello scorso febbraio, iquando Várhelyi è stato registrato mentre diceva: "Quanti idioti sono rimasti?" durante una sessione di domande e risposte con i parlamentari sui Balcani occidentali.
"Non perdoniamo più le offese di Várhelyi alle istituzioni dell'Ue e al loro funzionamento democratico. Chiediamo pertanto al commissario di dimettersi o di essere sollevato dal suo incarico", scrivono i deputati.
"La Commissione deve essere esemplare nel suo funzionamento democratico. Le azioni del commissario Várhelyi minano non solo l'immagine delle nostre istituzioni, ma anche la fiducia che i cittadini dell'Ue ripongono nella Commissione".
Nathalie Loiseau, eurodeputata del gruppo Renew Europe, che ha co-firmato la missiva, afferma che i post di Várhelyi sui social media hanno seminato confusione sulla posizione dell'Ue "nel momento peggiore possibile".
"Da tempo nutriamo preoccupazioni sul modo in cui il commissario Várhelyi intende la sua missione e il suo mandato", spiega Loiseau a Euronews. "Il più delle volte ho la sensazione che stia facendo la politica del primo ministro ungherese Viktor Orbán piuttosto che ldell'Unione europea".
Il suo collega irlandese, Barry Andrews, ha detto che Várhelyi ha "oltrepassato" le sue competenze legali e la sua posizione non è "più difendibile" perché "ha infangato la reputazione dell'Ue".
Interrogata sulla lettera, inviata prima di una riunione d'emergenza dei leader dell'Ue, la Commissione ha risposto che la presidente von der Leyen "nutre fiducia nel suo Collegio e rimane concentrata sulla grave situazione sul campo".