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Perché il corridoio di Suwałki non preoccupa più la Nato?

Jet militari rumeni e portoghesi partecipano a una missione di polizia aerea della NATO sul Mar Baltico, nello spazio aereo della Lituania, il 22 maggio 2023.
Jet militari rumeni e portoghesi partecipano a una missione di polizia aerea della NATO sul Mar Baltico, nello spazio aereo della Lituania, il 22 maggio 2023. Diritti d'autore AP Photo/Mindaugas Kulbis
Diritti d'autore AP Photo/Mindaugas Kulbis
Di Callum Tennant
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Un'incursione russa in questa striscia di terra chiuderebbe alla Nato l'accesso via terra ai Paesi baltici, ma le iniziative prese per rispondere all'invasione dell'Ucraina hanno ridotto drasticamente questo pericolo

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Dopo la prima invasione russa dell'Ucraina nel 2014 i membri della Nato, soprattutto quelli dell'est, si sono affrettati a rivedere i lori piani di sicurezza. Nel 2016, poi, un wargame - un gioco in cui si simulano eventi bellici - ha rilevato che, in caso di invasione, le truppe russe sarebbero potute entrare a Tallinn e Riga, le capitali di Estonia e Lettonia, in un arco di tempo compreso tra le 36 e le 60 ore. Una velocità che avrebbe limitato la capacità degli alleati occidentali di rispondere efficacemente.

Ma c'è un luogo che preoccupa i pianificatori e gli strateghi militari della Nato più di altri: il corridoio di Suwałki. Si tratta di una stretta striscia di terra di circa 60 km sul confine tra Polonia e Lituania, delimitata da un lato dalla Bielorussia e dall'altro dall'enclave russa di Kaliningrad.

Cosa rende il corridoio di Suwalki così pericoloso?

Il corridoio di Suwałki è l'unico corridoio terrestre che collega gli Stati baltici con gli altri membri della Nato. Si tratta di uno stretto tratto di terra che, in caso di conflitto con la Russia, potrebbe essere colpito da colpi di artiglieria da entrambe le parti.

In breve, per l'Occidente è un pericoloso collo di bottiglia. Se le forze russe o bielorusse riuscissero a chiudere il corridoio, la Nato non sarebbe in grado di inviare rinforzi via terra, ma sarebbe costretta a farlo via aria e via mare. In questo caso c'è il rischio che i membri della Nato non siano in grado di inviare rinforzi agli Stati baltici abbastanza rapidamente e in numero sufficiente a respingere le forze russe. Tuttavia, un mix di iniziative della Nato e di errori russi ha ridotto drasticamente questo rischio.

L'aggressione russa e l'espansione della Nato

Quando la Russia ha lanciato la sua invasione su larga scala dell'Ucraina nel febbraio 2022, ha provocato la reazione immediata dei Paesi vicini. La più grande guerra sul continente europeo dalla fine della Seconda guerra mondiale ha provocato una completa rivalutazione delle ipotesi e delle strategie precedenti.

Dopo aver seguito per decenni una politica di neutralità militare, la Finlandia e la Svezia hanno chiesto di aderire alla Nato. Mentre l'adesione della Svezia è ancora in sospeso dopo le obiezioni della Turchia, la Finlandia fa ora parte dell'alleanza: l'ingresso di Helsinki nell'Alleanza atlantica ha ridotto notevolmente le preoccupazioni legate al corridoio di Suwałki.

"L'adesione di Svezia e Finlandia crea di fatto un Mare Nostrum della Nato, con la Russia probabilmente incapace di esercitare una vera strategia anti-accesso o di negazione dell'area", ha dichiarato a Euronews Guillaume Lasconjarias, professore alla Sorbona di Parigi ed ex ricercatore del Nato Defence College a Roma.

In parole povere, con i membri della Nato che si affacciano sulla maggior parte del Mar Baltico la Russia non sarebbe in grado di impedire l'arrivo di rinforzi occidentali via mare. L'adesione della Finlandia alla Nato ha anche raddoppiato la lunghezza del confine dell'alleanza con la Russia. Stando al Cremlino tutto questo ha costretto la Russia a prendere contromisure per garantire la propria sicurezza, sia dal punto di vista tattico che strategico. Questa maggiore esposizione a un membro della Nato riduce le possibilità di un attacco russo contro altri membri della Nato confinanti con il corridoio di Suwałki.

Il fallimento in Ucraina ha ridotto la capacità militare russa

È opinione diffusa che, quando ordinò l'invasione dell'Ucraina nel 2022, Putin fosse convinto che sarebbe stata una campagna breve, rapida e di successo. Secondo il centro di ricerca Rusi, che ha sede a Londra, i documenti russi acquisiti mostrano come Mosca avesse un piano che prevedeva di conquistare il Paese e uccidere i suoi leader nel giro di 10 giorni.

Nei quasi 600 giorni trascorsi dall'inizio della guerra le forze russe non sono riuscite a conquistare obiettivi chiave come Kiev, sono state umiliate dalla riuscita controffensiva ucraina di Kharkiv e, secondo la prima analisi statistica indipendente, hanno perso quasi 50.000 uomini. Essendo ancora impantanata in Ucraina, la Russia non ha la capacità militare di lanciare un'offensiva nel corridoio di Suwałki. Senza un esito militare positivo in Ucraina è improbabile che Putin possa ordinare qualsiasi altra azione militare di rilievo.

I cambiamenti nel Baltico, nell'Ue e nella Nato ridimensionano la minaccia russa

L'invasione dell'Ucraina da parte di Putin ha spinto la Nato a lanciare un'enorme revisione strategica. L'alleanza era solita affidarsi a piccole forze Nato che avrebbero scoraggiato l'aggressione russa nel timore di far scattare l'articolo 5 della Nato e una risposta collettiva a un attacco. Ora l'Alleanza atlantica parla invece di difendere ogni centimetro del suo territorio.

La Nato ha istituito quattro nuovi gruppi tattici in quattro Paesi (Bulgaria, Ungheria, Romania e Slovacchia), ha raddoppiato il numero di truppe distribuite in otto gruppi tattici e ha inviato decine di navi e centinaia di aerei in più nella parte orientale dell'Alleanza.

Sono stati elaborati nuovi piani per raggiungere e rinforzare i Paesi baltici in caso di invasione e si intende rafforzare ulteriormente la presenza nella regione. Lasconjarias sottolinea anche che gli Stati baltici hanno compiuto "maggiori sforzi nella mobilitazione delle loro forze e della loro popolazione".

Le nuove iniziative dell'Ue, dei Paesi baltici e della Nato volte a potenziare la mobilità militare, come la costruzione di una nuova ferrovia trans-baltica, consentiranno inoltre alla Nato di dislocare più rapidamente le proprie forze. Di conseguenza, le possibilità di tenere isolati gli Stati baltici chiudendo il corridoio di Suwałki si riducono. Ironia della sorte, sono state proprio le invasioni russe dell'Ucraina nel 2014 e nel 2022 a rendere così improbabile il rischio di un attacco in questa striscia di terra.

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