Pochi giorni dopo essere stata nominata primo ministro della Lettonia, Evika Siliņa è volata a Bruxelles e ha chiarito di appoggiare l'ambizione dell'Ucraina di diventare membro dell'Unione Europea e della Nato
"È nostro compito comune continuare a sostenere l'Ucraina fino al raggiungimento della vittoria. Per garantire la pace a lungo termine in Europa, dobbiamo accogliere l'Ucraina nella Nato", ha detto il nuovo primo ministro parlando al quartier generale dell'Alleanza atlantica.
Al fianco dell'Ucraina
Siliņa è stata confermata dal parlamento lettone e succede a Krišjānis Kariņš che aveva annunciato le dimissioni ad agosto dopo il crollo della sua coalizione di governo. La nuova leader, che proviene dallo stesso partito di centro-destra ha stretto un'alleanza con due partiti minori per assicurarsi i voti necessari a formare una maggioranza di governo.
Durante la sua prima visita a Bruxelles, il primo ministro ha avuto incontri separati con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, impegnandosi a mantenere un "forte" sostegno militare e finanziario all'Ucraina, che secondo le sue stime vale l'1,3% del Pil del Paese.
Siliņa ha invitato l'Ue a progredire nell'integrazione dell'Ucraina, tema di grande attualità con che la disputa sulle esportazioni di cereali ucraini, che molti vedono come un preludio a ciò che potrebbe accadere se il Paese, un importante produttore agricolo, dovesse entrare nell'Unione.
Più sanzioni alla Russia
"Il mio governo manterrà un chiaro approccio pro-europeo. La Lettonia può essere forte e prospera solo se è forte l'Unione europea", ha dichiarato Siliņa, accanto a von der Leyen.
Il primo ministro ha sollecitato un'ulteriore azione sulle sanzioni contro la Russia e sui procedimenti legali per garantire "la responsabilità" per il crimine di aggressione di Mosca.
La Commissione europea sta attualmente lavorando a diversi progetti per vietare l'importazione di diamanti russi e utilizzare i beni sequestrati della Banca centrale russa per pagare la ricostruzione dell'Ucraina.
Siliņa ha inoltre condannato gli "attacchi ibridi" lanciati dal presidente bielorusso Aleksandr Lukashenko ai confini orientali dell'Ue, che hanno inasprito le tensioni durante l'estate e messo in allarme i Paesi vicini.
"Fanno parte di una più ampia tendenza alla destabilizzazione della nostra regione, che richiede una chiara reazione da parte dell'Unione".