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Il dilemma di von der Leyen per la rielezione: guardare a destra o aprire ai Verdi?

La presidente della Commissione Ursula von der Leyen con il premier italiano Giorgia Meloni durante un vertice dell'UE a Bruxelles, in aprile.
La presidente della Commissione Ursula von der Leyen con il premier italiano Giorgia Meloni durante un vertice dell'UE a Bruxelles, in aprile. Diritti d'autore Omar Havana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Diritti d'autore Omar Havana/Copyright 2024 The AP. All rights reserved
Di Robert Hodgson
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo sostiene di essere l'unica via sicura per la rielezione della Presidente della Commissione europea

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Ursula von der Leyen sta cercando di assicurarsi i voti degli eurodeputati necessari ad ottenere il suo secondo mandato come Presidente della Commissione europea. Il Partito popolare europeo non intende allargare l'alleanza centrista a tre con i Socialisti e Democratici e i liberali di Renew Europe, ma in un modo o nell'altro potrebbe avere bisogno del sostegno dei Verdi o dell'estrema destra.

Una fonte autorevole all'interno del PPE ha dichiarato a Euronews che il gruppo dei Verdi non sarà invitato ad aderire. "Non ci sarà alcuna inclusione formale dei Verdi nella piattaforma. Non succederà", ha detto la fonte.

Un concetto ribadito da un portavoce del gruppo: "Abbiamo una coalizione con Renew e i socialdemocratici, sta poi a von der Leyen negoziare il sostegno al di fuori di questa coalizione - ha detto il portavoce -. Se vuole negoziare con i Verdi o con l'ECR, sono affari suoi, non nostri".

La parola "coalizione" è forse eccessiva per descrive la natura della cooperazione tra i tre gruppi più grandi del Parlamento, anche se viene spesso usata. La storica coalizione tra S&D e PPE è finita nel 2019, quando un'impennata di consensi per i Verdi e i liberali, nonché per i populisti euroscettici, ha visto diminuire il loro potere.

Quando von der Leyen ha contattato S&D e Renew, quando è apparso chiaro che il PPE sarebbe stato nuovamente il principale gruppo europeo dopo le elezioni europee del 9 giugno, non ha parlato di una coalizione, ma di una "piattaforma" di successo che ha funzionato negli ultimi cinque anni. "Questa piattaforma ha funzionato bene, è stata affidabile, costruttiva ed efficace", ha detto von der Leyen.

Che si tratti di una coalizione o di una piattaforma, tuttavia, il tutto si riduce a una contrattazione sulle priorità politiche che von der Leyen dovrà definire in vista del voto del Parlamento europeo sulla sua conferma, previsto alla fine del mese.

I co-presidenti dei Verdi, Bas Eickhout e Terry Reintke, l'hanno incontrata lunedì e in seguito hanno annunciato che avrebbero negato il loro sostegno se avesse stretto qualsiasi tipo di accordo con l'estrema destra.

I Verdi hanno insistito fin dal loro primo incontro, pochi giorni dopo le elezioni, sull'idea che il presidente della Commissione non può contare solo sul sostegno dei tre grandi partiti centristi per avere la certezza di un secondo mandato.

Non è un segreto che il consenso sul nome von der Leyen non sia unanime, neanche all'interno del suo stesso gruppo politico, e il voto di conferma che si terrà in sessione plenaria dal 16 al 19 luglio sarà a scrutinio segreto.

Von der Leyen ha incontrato martedì i capi dei gruppi politici del Parlamento europeo in occasione della cosiddetta conferenza dei presidenti. Parlando con i giornalisti dopo l'incontro, Eickhout ha avvertito che la Presidente della Commissione potrebbe perdere il sostegno dell'S&D se facesse delle avances al gruppo di destra ECR, o anche solo ai 24 membri di Fratelli d'Italia che ne fanno parte.

La "piattaforma" di cui ha parlato la von der Leyen, quindi, è in realtà un accordo sulle "linee guida politiche" per la prossima Commissione, che von der Leyen non ha ancora finalizzato. Una fonte dell'S&D ha respinto l'idea che si stia preparando una coalizione, affermando che i colloqui in corso riguardano esclusivamente il programma politico della prossima Commissione.

Un portavoce del gruppo di centro-sinistra ha poi confermato che "non accetterà mai un'alleanza con chi vuole distruggere l'Ue, che sia Identità e Democrazia o l'ECR", facendo eco al presidente del gruppo Iratxe García. "Abbiamo ovviamente le nostre richieste per quanto riguarda il programma e le politiche future - ha detto il portavoce dei socialisti -. Le stiamo finalizzando e le proporremo a tempo debito".

Il gruppo liberale Renew - ancora provato dalla batosta subita alle elezioni, soprattutto in Francia - ha sottolineato che non è stato ancora trovato un accordo né con il PPE né con von der Leyen. "Questa settimana, come gruppo, stiamo lavorando per definire le nostre priorità e condizioni/linee rosse per von der Leyen - ha dichiarato oggi la portavoce di Renew Clara de Melo Ponce -. La informeremo nella nostra riunione di gruppo della prossima settimana e la ascolteremo per vedere quali sono i suoi impegni".

La presidente di Renew, Valérie Hayer, ha dichiarato la sera delle elezioni che il suo gruppo, uscito sconfitto dalle urne, è pronto a essere "al posto di guida di una coalizione pro-europea se ci sarà un consenso sulle nostre condizioni e ambizioni".

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