Il lungometraggio racconta l'incontro tra una donna francese che contrabbanda sigarette in Italia e un giovane africano che vuole raggiungere l'Inghilterra
È appena uscito al cinema in Francia La tête froide, primo lungometraggio del documentaristaStéphane Marchetti. Dopo diversi documentari su Gaza e sui rifugiati di Calais, Marchetti si dedica alla fiction. Non si allontana però dai temi a lui cari e porta sugli schermi un'altra storia di migrazione.
La tête froide racconta l'incontro di due solitudini, una donna francese che contrabbanda sigarette in Italia e un giovane africano che vuole raggiungere l'Inghilterra.
Il film naviga con successo tra il thriller senza respiro e le situazioni realistiche. Girato interamente in esterni, il film dà spessore e dignità ai suoi personaggi e offre una versione diversa della migrazione, vista per ciò che è: una fuga per un futuro migliore.
Perché Marchetti abbia scelto di affidarsi alla fiction lo spiega lui stesso: "Non sappiamo bene come descrivere i migranti, gli esuli, gli sfollati e soprattutto, nei media, sono ancora spesso una sorta di massa anonima e invisibile. Quindi, in effetti, la fiction ci permette di raccontare la storia unica di una persona che ha un nome, un'identità, sogni, speranze, dubbi, complessità e ambiguità, proprio come tante altre persone".