La banca centrale americana nel mirino di Donald Trump: la governatrice Lisa Cook respinge le richieste di dimissioni, sollevando tensioni sull’indipendenza della Fed
La Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, è di nuovo al centro della politica americana. Mercoledì l’ex presidente Donald Trump ha chiesto le dimissioni della governatrice Lisa Cook, accusata da un funzionario nominato da Trump di aver commesso una frode ipotecaria.
Cook, prima donna di colore a far parte del consiglio della Fed, ha risposto senza esitazioni: “Non ho intenzione di essere costretta a dimettermi sulla base di un tweet”. Ha inoltre assicurato che fornirà tutte le informazioni necessarie per chiarire la sua situazione finanziaria.
Le accuse mosse alla governatrice della Fed
Le accuse riguardano l’acquisto di due immobili nel 2021, con condizioni di mutuo favorevoli, e potrebbero scatenare una battaglia legale sul potere del presidente di rimuovere i governatori della Fed.
Il caso ha subito acceso reazioni politiche: i democratici Chuck Schumer e Elizabeth Warren hanno difeso Cook e criticato Trump per tentativi di intimidazione contro l’indipendenza della banca centrale, fondamentale per le decisioni sui tassi di interesse e sull’economia americana.
La disputa mette in evidenza il delicato equilibrio tra politica e politica monetaria: Trump spinge da mesi per tagli dei tassi di interesse, ma la Fed, guidata collettivamente dai suoi membri, decide indipendentemente. La sostituzione dei governatori potrebbe avvicinare la banca centrale alle sue richieste, ma senza garanzie di cambiamenti immediati.
Con la Fed sotto pressione, il caso Lisa Cook diventa simbolo della tensione tra il potere politico e l’autonomia della banca centrale americana, con possibili ripercussioni sull’economia globale.