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Il calcestruzzo ha appena subito un restyling e potrebbe ridurre il costo delle abitazioni in Europa

Il calcestruzzo ha appena subito un restyling e potrebbe ridurre il costo delle abitazioni in Europa
Diritti d'autore  Euronews
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Di Hannah Brown & Angela Barnes
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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La tecnologia di Paebbl potrebbe trasformare l’industria edilizia e ridurre le emissioni del calcestruzzo fino al 70%.

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Secondo la Commissione europea, l’industria edilizia in Europa impiega direttamente 18 milioni di persone e rappresenta circa il 9% del PIL del blocco.

Produce anche circa 250 milioni di tonnellate di emissioni di carbonio all’anno, ovvero più dell’intero ammontare emesso dalla Francia nel 2023 (216,7 milioni di tonnellate).

Il patto per l’industria pulita dell’UE prevede una riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040, ma la costante esigenza di nuove costruzioni impone un cambiamento.

Il calcestruzzo è il materiale più utilizzato al mondo dopo l’acqua. Pur potendo impiegare la loro tecnologia innovativa anche su bioplastiche, plastiche comuni e carta, Paebbl ha scelto strategicamente di focalizzarsi sul calcestruzzo per poterne amplificare l’impatto.

In questo episodio di The Big Question, Angela Barnes incontra Marta Sjögren, co-fondatrice e co-CEO di Paebbl, per parlare della tecnologia dell’azienda, che contribuisce a intrappolare l’anidride carbonica nel calcestruzzo.

Come si può intrappolare la CO2 nel calcestruzzo?

“Il calcestruzzo è difficile da decarbonizzare perché il cemento è difficile da decarbonizzare. Inoltre, il cemento, per vari motivi, è rimasto invariato per molto tempo. Sono mancati gli incentivi", ha affermato Marta ai microfoni di The Big Question.

Ma con l’emergenza climatica, le complesse filiere che contribuiscono all’aumento dei prezzi e la necessità generale di rendere l’industria più resiliente, è giunto il momento di agire.

Paebbl ha messo a punto una tecnica in grado di accelerare un processo naturale che richiederebbe secoli, portandolo a compimento in appena un’ora.

Attingendo CO2 dall’atmosfera, il gas si fonde con silicati di magnesio o di calcio per formare una roccia carbonatica. Successivamente, essa viene polverizzata per creare un riempitivo industriale che può essere miscelato con il calcestruzzo, riducendo la quantità di cemento necessaria nella miscela.

Ogni tonnellata di materiale di Paebbl è in grado di immagazzinare fino a 300 kg di CO2. Il cemento tradizionale emette circa 600 kg di CO2 per ogni tonnellata prodotta, secondo l’AIE. A seconda della quantità di materiale Paebbl utilizzato nel calcestruzzo, si potrebbe ridurre l’impronta di carbonio del calcestruzzo fino al 70%.

“L’ambiente costruito rappresenta oggi una fonte enorme di emissioni. Tuttavia, se riuscissimo a invertire questo scenario e fare in modo che ogni edificio trattenga una parte del carbonio, fungendo da custode del carbonio, credo che i benefici economici e ambientali sarebbero significativi”, ha aggiunto Marta.

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© Euronews

La tecnologia Paebbl potrebbe ridurre i costi delle costruzioni?

Pur essendo un’azienda nata solo tre anni fa, Paebbl ha già fatto passi da gigante. Ha ricevuto il sostegno di Amazon e del più grande produttore di cemento al mondo, Holcim, e nel corso di tre round di scale-up è cresciuta di 1000 volte.

“Abbiamo appena completato il nostro impianto dimostrativo in tempi record. In genere, la media del settore per un progetto del genere è di due o tre anni. Noi ci siamo riusciti in circa 15 mesi, rimanendo inoltre sotto la soglia di spesa media, con un investimento inferiore ai 10 milioni di euro”.

“Il passo successivo sarà quello di portare questa struttura a una produzione su scala industriale”.

Paebbl, pur operando ancora in quantità limitate, presenta un costo del materiale più elevato rispetto a quello dei componenti standard del calcestruzzo; tuttavia, con l’aumento della produzione, tale costo è destinato a diminuire.

“Prevediamo di riuscire a diventare competitivi sul piano dei prezzi, e ciò è possibile perché impieghiamo la CO2, solitamente considerata uno scarto, come materia prima nella miscela”, ha spiegato Marta.

Inoltre, trattandosi di una tecnologia a emissioni negative, non è previsto il pagamento di una carbon tax.

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© Euronews

Nel tempo, Marta confida che questo porterà a un calo dei prezzi delle abitazioni in Europa. Ha però evidenziato la necessità di normative che favoriscano i test sui nuovi materiali e ne accelerino l’introduzione sul mercato. 

“Credo che le aziende private saranno al centro di questo processo, facendo da guida nel creare un modello su come impiegare l’ambiente costruito come soluzione sostenibile, riuscendo inoltre a contenere le spese.

Ma non dimentichiamoci che oggi gran parte del calcestruzzo è utilizzato per gli spazi pubblici. L’auspicio è che i progetti pubblici in programma per i prossimi dieci anni, o poco più, possano trarre presto insegnamenti dal settore privato e che consentano quindi una maggiore diffusione di queste tecnologie". 

The Big Question è una serie di Euronews Business in cui incontriamo leader ed esperti del settore per discutere di alcuni dei più importanti argomenti attuali all’ordine del giorno.

Guarda il video qui sopra per seguire la discussione completa sulla decarbonizzazione dell’industria edilizia. 

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