Francoforte sottolinea i rischi della crisi Covid-19 sul medio e lungo periodo soprattutto per i Paesi più fragili. Tra gli elementi di debolezza l'aumento del debito pubblico e le banche in perdita
Una crisi che si allarga alle banche, i livelli di debito pubblico che salgono esponendo al tritacarne del mercato i titoli di Stato, soprattutto quelli dei Paesi più deboli fino a quando lo spread non rimonta a livelli insostenibili. In questo scenario è compreso il rischio di disgregazione della zona euro.
La Banca centrale europea lancia l'allarme rosso con la financial stability review, relazione semestrale pubblicata questo martedì. "E' una delle più importanti e veloci contrazioni economiche di sempre quella causata dal coronavirus - scrivono a Francoforte - la possibilità di riprendersi dipenderà molto dall'abilità futura dei governi di contenere il debito e dall'efficacia delle politiche fiscali e monetarie messe in atto".
Alla vigilia delle comunicazioni della commissione sul recovery fund la BCE avverte che l'ora più cupa forse deve ancora arrivare: "l'aspettativa è che la crisi economia legata alla pandemia sia temporanea ma potrebbero esserci ostacoli alla ripresa nonostante le politiche di sostegno", scrive la BCE.
Tra i fattori di rischio vengono elencati, tra l'altro, gli alti debiti pubblici e la scarsa redditività delle banche. Francoforte non rinnega le politiche di acquisto dei titoli di Stato ma avverte che potrebbero non essere sufficienti sul medio e lungo termine soprattutto se succedesse il peggio: paura, scarso potere d'acquisto, consumi congelati e, altra ipotesi da considerare: nuova ondata di contagi, e un nuovo confinamento.
Per saperne di più
- BCE: il Pandemic Emergency Purchase Programme dà ossigeno ai mercati
- Eurostat: Europa in recessione, scenari incerti
- [Il podcast della BCE per saperne di più della crisi con
Isabel_Schnabel
](https://pod.link/ecbpodcast/episode/dGFnOnNvdW5kY2xvdWQsMjAxMDp0cmFja3MvODI3NjAyNTMx)