I manifestanti affermano che il governo israeliano non ha fatto abbastanza per garantire il rilascio dei loro cari e accusano il primo ministro Benjamin Netanyahu di far deragliare i colloqui con nuove richieste
I manifestanti hanno organizzato una cupa marcia attraverso Tel Aviv portando bare di fortuna drappeggiate con bandiere israeliane per simboleggiare gli ostaggi ancora tenuti prigionieri da Hamas a Gaza.
Sono arrabbiati con il governo israeliano che, secondo loro, non ha fatto abbastanza per raggiungere un cessate il fuoco e garantire il rilascio dei loro cari.
"Benjamin Netanyahu, il primo ministro, ha condannato a morte Carmel, mia cugina", ha dichiarato Gil Dickmann, cugino di Carmel Gat, il cui corpo è stato recuperato sabato dall'esercito israeliano a Gaza.
"Sono 327 i giorni in cui è rimasta a Gaza, in cattività. Ci sono state 327 opportunità per riportarla indietro".
Perché i colloqui per il cessate il fuoco sono in stallo
I colloqui per il cessate il fuoco tra Israele e Hamas si sono protratti per settimane ed entrambe le parti hanno accusato l'altra per la mancanza di progressi.
Gli Stati Uniti hanno dichiarato che stanno sviluppando una nuova proposta di cessate il fuoco e di liberazione degli ostaggi, nella speranza di porre fine alla guerra che dura da quasi undici mesi.
Un'ulteriore complicazione ai già fragili negoziati è rappresentata dai commenti di Netanyahu di mercoledì, quando ha chiesto che Israele mantenga il controllo a tempo indeterminato del confine di Gaza con l'Egitto, noto come Corridoio di Filadelfia.
"Gaza deve essere smilitarizzata e questo può accadere solo se il Corridoio di Filadelfia rimane sotto stretto controllo", ha dichiarato mercoledì Netanyahu, affermando che le truppe israeliane hanno scoperto decine di tunnel sotto il confine.
La questione del controllo israeliano della stretta striscia di terra, che è stata sequestrata a maggio, è diventata un ostacolo centrale nei colloqui.
Hamas ha chiesto il ritiro totale di Israele da Gaza nell'accordo di tregua in più fasi.
Anche l'Egitto, mediatore dei colloqui insieme a Stati Uniti e Qatar, ha chiesto una tempistica concreta per l'uscita delle truppe israeliane dal corridoio di Filadelfia.
Giovedì, in rabbiose dichiarazioni pubbliche, le famiglie degli ostaggi hanno accusato Netanyahu di aver fatto deragliare i colloqui per il cessate il fuoco e di aver potenzialmente sacrificato i loro parenti.