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L'esercito israeliano libera un ostaggio nelle mani di Hamas: è un uomo di 52 anni

I caschi blu dell'ONU osservano gli escavatori israeliani che tentano di distruggere le gallerie costruite da Hezbollah, vicino al villaggio di Mays al
I caschi blu dell'ONU osservano gli escavatori israeliani che tentano di distruggere le gallerie costruite da Hezbollah, vicino al villaggio di Mays al Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2019 The AP. All rights reserved.
Diritti d'autore Hussein Malla/Copyright 2019 The AP. All rights reserved.
Di Evelyn Ann-Marie DomIsidoro Patalano Agenzie:  AP
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Questo articolo è stato pubblicato originariamente in inglese

Liberato dall'Idf un ostaggio nelle mani di Hamas: è un uomo di 52 anni, le sue condizioni di salute sono stabili. Intanto l'Onu ha chiesto un'immediata attenuazione degli attacchi tra Israele e Libano

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L'esercito israeliano comunica di aver tratto in salvo un ostaggio di 52 anni, nelle mani di Hamas a Gaza dal 7 ottobre. "Operazione complessa", così è stata descritta l'azione che ha portato alla liberazione di Kaid Farhan Al-Qadi. Alcuni media israeliani riferiscono invece che Al-Qadi sia riuscito autonomamente a scappare e a dirigersi verso le truppe dell'Idf, mentre Hamas ha riferito di averlo volutamente liberato.

Al-Qadi è un cittadino israeliano beduino di Rahat, nel sud di Israele: è stato salvato da un tunnel a sud di Gaza dalle forze israeliane, ha detto alla CNN un portavoce militare israeliano.

"È in una condizione medica stabile e sta per essere trasferito per controlli medici in un ospedale. La sua famiglia è stata aggiornata e l'IDF la accompagna" si legge nel comunicato dell'idf.

I beduini israeliani

Mentre alcuni si identificano come beduini israeliani, altri si considerano come cittadini palestinesi di Israele. Diversamente dagli israeliani ebrei, i beduini non sono obbligati a servire nell'esercito israeliano, anche se alcuni scelgono di fare volontariato, spesso servendo in unità specializzate come il Gadsar 585, noto come battaglione beduino, che opera nel deserto del Negev, dove la maggior parte dei beduini ha origine.

Prima della fondazione di Israele nel 1948, il Negev era la patria di 92.000 beduini, ma solo 11.000 sono rimasti dopo la guerra arabo-israeliana di quell'anno, secondo il Minority Rights Group.

"Bene la liberazione, ma le operazioni militari non bastano"

Il Forum delle famiglie degli ostaggi, che fa campagna per la liberazione dei prigionieri di Hamas a Gaza, ha espresso soddisfazione per il ritorno a casa di Kaid Farhan Al-Qadi.

"Il ritorno a casa di Kaid è miracoloso - dicono - Tuttavia, dobbiamo ricordare: le sole operazioni militari non possono liberare i restanti 108 ostaggi, che hanno subito 326 giorni di abusi e terrore".

La scorsa settimana i corpi di sei ostaggi israeliani sono stati recuperati da Gaza durante un'operazione militare notturna a Khan Younis.

Sul fronte libanese

Il Segretario generale delle Nazioni UniteAntónio Guterres ha espresso la sua preoccupazione per l'intensità degli attacchi transfrontalieri lungo la Linea Blu tra Israele e Libano.

Guterres ha chiesto un'immediata attenuazione delle tensioni che "mettono a rischio sia la popolazione libanese che quella israeliana, oltre a minacciare la sicurezza e la stabilità regionale".

La Linea Blu è una linea non ufficiale che separa Israele e Libano implementata dall'Onu nel 2000. Non funge da confine ma è una linea di demarcazione per determinare se le truppe israeliane si fossero completamente ritirato dal Libano.

Oltre 600 mediatori dell'Unifil sulla Linea Blu

Oltre 600 mediatori della Forza di Interposizione in Libano delle Nazioni Unite (Unifil) continuano la loro missione, come previsto dal mandato del Consiglio di sicurezza, presso la base spagnola Miguel de Cervantes a Marjayoun, nel sud del Libano.

I cosiddetti Caschi Blu in missione di pace per l'Onu, di cui fanno parte civili, militari e poliziotti, uomini e donne, sono incaricati di portare ogni giorno l'acqua alle postazioni avanzate sulla Linea Blu.

"Mentre l'Unifil continua a svolgere le attività previste dal suo mandato in queste difficili circostanze, il Coordinatore speciale per il Libano, Jeanine Hennis-Plasschaert, e il capo della missione dei mediatori in Libano, Aroldo Lázaro, continuano i loro contatti con le parti per mettere in atto una de-escalation", dice Stéphane Dujarric, portavoce di Guterres.

"Alla fine ci si abitua", dice il caporale Daniel Ramírez che, con i suoi colleghi convive con i regolari scontri tra Hezbollah e Israele. "Veniamo in missione e questo è tutto ciò che facciamo".

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A seguito di un incidente avvenuto all'inizio di agosto in cui sono rimasti feriti tre mediatori, l'Unifil ricorda a tutte le parti la responsabilità di evitare danni ai Caschi Blu. L'Onu continua ad aumentare i suoi sforzi di soccorso, ma Dujarric ammette che le risposte umanitarie sono minate dai vincoli di finanziamento e chiede risorse aggiuntive.

"Nel frattempo, i nostri colleghi ci dicono che le crescenti ostilità negli ultimi tempi non hanno avuto un impatto umanitario significativo. Tuttavia, il conflitto in corso continua a colpire duramente i civili su entrambi i lati della Linea Blu", ha dichiarato Dujarric che ha invitato tutte le parti a seguire e a rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale, sottolineando la necessità di proteggere sempre i civili, compresi i bambini, e le infrastrutture civili.

Le conseguenze degli attacchi tra Israele e Libano

Ma la tensione tra i due Paesi resta alta. Dopo una breve tregua dopo gli attacchi tra Israele e il gruppo militante libanese Hezbollah, lunedì sono ripresi i combattimenti.

I media statali e i testimoni hanno riferito che gli attacchi israeliani hanno preso di mira il villaggio libanese di confine di Tair Harfa e un'area della città costiera di Sidone lunedì pomeriggio.

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Oltre a colpire membri di Hezbollah, Israele ha occasionalmente preso di mira membri di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi in Libano. Non ci sono state notizie immediate di altre vittime. Nel tardo pomeriggio di lunedì, Hezbollah ha annunciato di aver preso di mira attrezzature di sorveglianza militare nel nord di Israele con l'esplosione di un drone.

Gli attacchi a Gaza e in Cisgiordania

Nove i morti nel nord di Gaza, secondo la Difesa palestinese, a seguito di un attacco israeliano. Cinque persone sono state uccise in un attacco all'edificio Al-Taj in Yarmouk Street che ha provocato anche numerosi feriti, riporta Al Jazeera. Altri quattro sono morti in un attacco su Jaffa Street, nel quartiere Tuffah.

Ma l'Idf afferma di emettere ordini di evacuazione per cercare di proteggere i civili mentre porta avanti operazioni contro Hamas e altri gruppi armati. Ieri mattina lo stato ebraico ha affermato che le truppe stavano continuando a "smantellare le infrastrutture terroristiche" ed "eliminare i terroristi" alla periferia di Deir al-Balah.

In Cisgiordania un uomo palestinese di 40 anni è stato ucciso durante un attacco dei coloni israeliani al villaggio di Wadi Rahal, a sud di Betlemme. Il ministero della Sanità palestinese ha parlato anche di tre feriti. I coloni, secondo l'agenzia Wafa, sono entrati nel villaggio e hanno attaccato diverse case abitate da civili.

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Gli appelli di Papa Francesco

Anche Papa Francescocontinua i suoi appelli per la pace. In un incontro in Vaticano con i familiari delle vittime dell'incidente avvenuto a Beirut quattro anni fa il Pontefice ha accusato la politica fallimentare che mette in secondo piano l'umanità.

"Il Libano è, e deve restare, un progetto di pace", ha detto offrendo il suo supporto e le sue preghiere al popolo libanese.

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