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Torino, giornalista de La Stampa picchiato da militanti di CasaPound per averli filmati: due denunce

Un fermo immagine del momento dell'aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joly da parte di un gruppo di militanti di Casapound, Torino, 20 luglio 2024
Un fermo immagine del momento dell'aggressione al giornalista de La Stampa Andrea Joly da parte di un gruppo di militanti di Casapound, Torino, 20 luglio 2024 Diritti d'autore Euronews
Diritti d'autore Euronews
Di Michela Morsa
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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Sabato sera il giornalista Andrea Joly è stato aggredito da un gruppo di militanti di estrema destra fuori dal circolo Asso di Bastoni, dove si festeggiava la "Festa della Torino nera". Preso a pugni e calci per aver ripreso con il suo smartphone momenti del raduno

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"Poteva capitare a qualsiasi cittadino curioso, ed è proprio questo che fa più paura". A poco più di un giorno di distanza il giornalista de La Stampa Andrea Joly racconta al suo giornale e in un'intervista a Repubblica l'aggressione subita nella tarda serata di sabato a Torino, quando è stato picchiato da una decina di militanti di CasaPound.

Due dei presunti autori dell'aggressione sono stati individuati e denunciati dalla polizia per lesioni personali con l'aggravante di aver "agevolato l'attività di organizzazioni e gruppi che hanno tra i loro scopi la discriminazione o l'odio etnico, razziale o religioso".

La ricostruzione dell'aggressione

L'attacco è avvenuto in via Cellini, fuori dall'Asso di Bastoni, un circolo frequentato principalmente da simpatizzanti di estrema destra che sabato sera festeggiava i 16 anni dall'apertura. Per l'occasione è stata indetta la "Festa della Torino nera": fumogeni, fuochi d'artificio, cori inneggianti al Duce e foto con il braccio destro sollevato. Joly, che passa di lì per caso, inizia a riprendere ciò che vede con il suo smartphone.

Nel suo stesso filmato si vedono alcuni militanti avvicinarsi, chiedergli: "'Sti video? Sei con noi? Cancella tutto". I due intimano a Joly di consegnare il telefono, metteno la mano sul cellulare, Joly cerca invano di allontanarsi, viene inseguito e aggredito. Quando cade a terra viene colpito con pugni e calci.

"Sento i loro corpi avvicinarsi, toccarmi, la mano che ha afferrato lo schermo non sembra voler mollare la presa. Tutto si fa veloce, anche io. Sposto lo smartphone, arretro, uno dei due urla 'Marco! Marco!'. Mi giro, faccio due passi. Sento arrivare un calcio da dietro. Sono a terra. Non sento nessun dolore, non sento niente: anestesia totale. Intorno a me urla irriconoscibili, presenze che si moltiplicano. Mi alzo, ma sono di nuovo a terra. Lo smartphone è volato via, vedo lo schermo illuminato. Mi allungo, lo stringo, intorno a me continuo a percepire colpi che non sento arrivare. Ma arrivano", ha raccontato Joly.

A quel punto sente qualcuno che gli cinge il collo da dietro: "Mi toglie il respiro. Non perdo conoscenza ma ho una chiara sensazione di soffocamento. Per mia fortuna riesco a liberarmi e a scappare. Stavolta senza cadere". Joly riesce a svincolarsi e a raggiungere la sua auto. Torna a casa sconvolto, chiama i suoi responsabili a La Stampa e corre a farsi visitare all'ospedale Molinette di Torino. Se la cava con qualche "ammaccatura": ferite ai gomiti e alle ginocchia.

Quando Joly denuncia l'accaduto, Asso di Bastoni respinge le accuse e anzi punta il dito contro il giornalista, sostenendo che il comportamento inadeguato è stato il suo: "Non si è identificato, ha anzi spintonato dei ragazzi, creando un battibecco e litigando, alzando la tensione. Poi si è messo a correre, tra l'altro cadendo. Appena visto il battibecco che, ribadiamo, ha provocato il giornalista (ormai lontano dal circolo) ne è nata una scaramuccia da 20 secondi, in cui alcuni associati sono anche intervenuti per dividere e cercare di riportare la calma", si legge in una nota del circolo.

Peccato che il pestaggio ai danni del giornalista è stata catturato anche da altri video, ripresi da un appartamento ai piani alti di un palazzo antistante il locale, da cui si evince chiaramente la dinamica raccontata da Joly.

Le condanne da parte della politica

I primi a condannare l'accaduto sono stati il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, che ha parlato di gesto "vile e intollerabile" e il presidente del Piemonte Alberto Cirio, che ha definito "inaccettabile" la violenza subita dal giornalista.

Poi si è alzata la protesta delle opposizioni, con la segretaria del Pd Elly Schlein che si è detta "preoccupata" per il "clima di impunità" che ormai si respira in Italia, visto che le organizzazioni "neofasciste" nonostante gli episodi di "violenza" non vengono sciolte. Anche il leader del M5s Giuseppe Conte che ha chiesto l'intervento del Governo contro "l'attacco squadrista".

Il governo è intervenuto con la "ferma condanna" dell'"atto di violenza" da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che si è augurata che "i responsabili siano individuati il più rapidamente possibile".

"Ho chiesto al ministro Piantedosi di essere aggiornata sugli sviluppi del caso", ha dichiarato Meloni, mentre il responsabile del Viminale ha assicurato che con l'attuale governo "non ci sarà mai spazio per la violenza di qualsiasi matrice, soprattutto se perpetrata con finalità discriminatorie o ai danni di soggetti fragili o di chi svolge particolari e fondamentali funzioni".

La solidarietà a Joly è arrivata anche dai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, e da molti altri esponenti di centrodestra, che condannano il "gravissimo episodio" e chiedono rispetto per la "libertà di stampa".

Ma l'opposizione non ci sta e rimprovera al governo di essere quantomeno indulgente con le organizzazioni neofasciste: da Avs ad Azione i partiti a sinistra della maggioranza chiedono lo scioglimento di tutte le organizzazioni "nel merito e nel metodo come CasaPound". La deputata di Iv Maria Elena Boschi ha annunciato interrogazioni a Piantedosi dicendo che "le istituzioni hanno il dovere di reagire".

"A destra hanno timore nell'usare la parolina 'fascisti', non la pronunciano mai", ha osservato il leader di Alleanza verdi e sinistra Nicola Fratoianni.

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