Il dramma dei migranti senza identità: più di 28mila tra morti e dispersi nel Mediterraneo dal 2014

Naufragio di migranti
Naufragio di migranti Diritti d'autore AP Photo
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Di Ilaria Cicinelli
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Secondo i dati dell'Oim sono oltre 63mila i migranti morti o dispersi in dieci anni, ma il numero reale è probabilmente molto più alto. Un terzo di loro era in fuga dalla guerra, due terzi rimangono senza identità

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Un nuovo rapporto dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) evidenzia tendenze allarmanti per le morti e le sparizioni tra i migranti

"A decade of Documenting Migrant Death - Un decennio di documentazione delle morti dei migranti", presentato nel decimo anniversario del progetto "Missing Migrants Project - Migranti scomparsi", fa emergere come dall'inizio del monitoraggio nel 2014, più di 63mila persone sono morte o risultano disperse. 

Un numero che per l'Oim rappresenta solo una frazione del numero effettivo di vite perse in tutto il mondo.

Un migrante su tre muore in fuga da un conflitto. L'annegamento è la causa principale

Il 2023 è stato l'anno più letale, con oltre 8.500 decessi registrati. Un venti per cento in più rispetto al 2022 quando sono state registrate 7.417 morti.

Nel 2024, le tendenze continuano a essere preoccupanti. Solo nel Mediterraneo, mentre gli arrivi di quest'anno sono significativamente inferiori (16.818) rispetto allo stesso periodo del 2023 (26.984), il numero di morti è quasi uguale a quello dell'anno scorso.

Un migrante su tre muore durante il viaggio in fuga da un conflitto. Più di un terzo dei migranti deceduti di cui è stato possibile identificare il Paese di origine proviene da Paesi in guerrao con grandi popolazioni di rifugiati. Senza percorsi e rotte migratorie sicure chi cerca di fuggire va incontro a numerosi pericoli.

"Le cifre sono piuttosto allarmanti", ha commentato Jorge Galindo, portavoce del Global Data Institute dell'Oim. "Vediamo che a distanza di dieci anni, le persone continuano a perdere la propria vita in cerca di una migliore. Le ragioni sono molteplici. La maggior parte delle morti, oltre il 60 per cento dei decessi registrati dal progetto, è dovuta all'annegamento. Solo nel Mediterraneo si registrano oltre 28mila casi tra persone morte e scomparse".

Il rapporto sottolinea dunque la necessità di potenziare le capacità di ricerca e salvataggio per salvare le vite in mare e sottolinea l'importanza di collaborare con i governi per favorire rotte migratorie più sicure.

Impossibile accertare l'identità di più di due terzi dei migranti morti

Tuttavia, le informazioni sull'identità dei migranti scomparsi sono incomplete. Tra i risultati principali del rapporto c'è l'alto numero di morti non identificate, più di due terzi dei migranti la cui morte è stata documentata. Ciò sottolinea la necessità di coordinare meglio la raccolta dei dati e i processi di identificazione per dare una risposta alle famiglie colpite.

Quasi 5.500 donne sono morte lungo le rotte migratorie negli ultimi dieci anni e il numero di bambini identificati è di circa 3.500. Ma ci sono più di 37mila morti o dispersi per i quali non sono disponibili informazioni sul sesso o sull'età, il che indica che il numero reale di morti di donne e bambini è probabilmente molto più alto.

Per l'Oim le cifre emerse dal rapporto dimostrano l'urgente necessità di rafforzare le capacità di ricerca e soccorso, di agevolare percorsi migratori sicuri e regolari e di intraprendere azioni basate su dati concreti per prevenire ulteriori perdite di vite umane.

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