In vari Paesi dell'Ue ci sono state violente proteste contro le politiche agricole comunitarie e contro le importazioni di grano ucraino.
In Polonia, alcuni partecipanti alle manifestazioni a favore degli agricoltori hanno lanciato pietre contro la polizia e hanno cercato di superare le barriere intorno al Parlamento, ferendo diversi agenti, secondo le dichiarazioni della polizia. La polizia ha usato gas lacrimogeni e ha dichiarato di aver trattenuto più di una dozzina di persone e di aver impedito ai manifestanti di entrare nel Sejm, il parlamento polacco.
Gli agricoltori stanno protestando contro le politiche climatiche e agricole dell'Ue e contro le importazioni di cereali dall'Ucraina. Nelle ultime settimane si sono verificate molte proteste simili in moltissimi Stati dell'Ue, ma questa manifestazione ha raggiunto un nuovo livello di violenza.
La polizia ha fatto notare sulla piattaforma di social media X che i suoi agenti "non fanno parte della discussione in corso" e ha avvertito che i comportamenti che minacciano la loro sicurezza "non possono essere presi alla leggera e richiedono una risposta ferma e decisa".
Il viceministro dell'Agricoltura, Michał Kołodziejczak, ha dichiarato di non credere che "veri e normali agricoltori abbiano provocato una rivolta davanti al Sejm oggi" e che è necessario isolare "provocatori e facinorosi", senza dire chi, secondo lui, sarebbe responsabile delle violenze.
Gli agricoltori a bordo di trattori hanno bloccato le autostrade che portano a Varsavia, mentre migliaia di loro sostenitori si sono radunati davanti all'ufficio del primo ministro prima di marciare verso il Parlamento. Alcuni hanno calpestato una bandiera dell'Ue e bruciato una finta bara con la parola "agricoltore".
Tra la folla c'erano minatori, forestali, cacciatori e altri sostenitori, che hanno suonato clacson e fatto esplodere petardi e fumogeni, nonostante gli avvertimenti della polizia che vietavano l'uso di materiale pirotecnico. Alcuni manifestanti hanno bruciato pneumatici.
Nessun passo indietro
I manifestanti chiedono il ritiro del Green Deal dell'Ue, un piano che mira a combattere il cambiamento climatico e a proteggere la biodiversità, con piani che includono l'obbligo per gli agricoltori di ridurre l'uso eccessivo di sostanze chimiche inquinanti per incrementare i loro raccolti. Le proteste hanno indotto i politici ad attenuare alcune disposizioni.
I manifestanti vogliono anche la chiusura del confine polacco-ucraino per fermare le importazioni di prodotti alimentari ucraini, che secondo gli agricoltori fanno scendere i prezzi di mercato dei prodotti polacchi e mettono in pericolo il settore agricolo polacco.
La protesta ha anche aumentato la pressione sul governo del primo ministro Donald Tusk, ex presidente del Consiglio europeo, che è fortemente europeista e che cerca di sostenere l'Ucraina nella lotta contro l'invasione russa.
Donald Tusk ha cercato di soddisfare le richieste degli agricoltori, definendo "giustificate" le loro frustrazioni, e ha dichiarato che intende proporre emendamenti al Green Deal.
Gli slogan anti-ucraini sono stati numerosi durante le proteste in Polonia. Le autorità hanno dichiarato di temere che la Russia stia cercando di far leva su preoccupazioni legittime per creare divisioni tra Varsavia e Kiev.
Secondo la Banca Mondiale, l'agricoltura, la silvicoltura e la pesca rappresentano meno del 3% del PIL polacco.