Lyudmila Navalnaya ha intentato una causa per "atti illegali" contro il Comitato investigativo russo presso il tribunale di Salekhard. Intanto il Nyt cita una fonte interna alla colonia penale: "Ucciso con un pugno al cuore". Il Regno Unito annuncia sanzioni contro sei funzionari del carcere
La madre di Alexei Navalny ha intentato una causa contro il Comitato investigativo russo presso un tribunale della città artica di Salekhard per contestare il rifiuto di rilasciare il corpo del figlio. Secondo l'agenzia di stampa russa Tass, la corte ha ricevuto una denuncia per "atti illegali" e l'udienza si svolgerà a porte chiuse il 4 marzo.
Lyudmila Navalnaya sta cercando di recuperare la salma di Alexei, morto improvvisamente venerdì nella dura colonia penale artica dove era detenuto, da cinque giorni. Non sa nemmeno dove sia. Le autorità russe hanno dichiarato che la causa della morte del dissidente è ancora sconosciuta e che tratterranno il corpo per ancora dieci giorni per condurre un'analisi "chimica".
Martedì Navalnaya si è rivolta direttamente al presidente russo Vladimir Putin con un video appello: ""Mi rivolgo a te, Vladimir Putin. La risoluzione di questa vicenda dipende solo da te. Permettimi di vedere finalmente mio figlio. Chiedo che il corpo di Alexei venga restituito immediatamente, in modo da poterlo seppellire come un essere umano", ha detto nel video, che è stato pubblicato sui social media dal team di Navalny.
La famiglia e il team di Navalny accusano il Cremlino di voler prendere tempo per cercare di nascondere le prove del presunto omicidio, secondo la vedova di Navalny, Yulia, provocato dall'avvelenamento con l'agente nervino Novichok, lo stesso che quasi ucciso il dissidente nell'agosto del 2020.
Navalny ucciso con un pugno al cuore
In questi giorni sono già state diverse le ipotesi avanzate sulla causa della morte dell'oppositore numero uno di Putin sulla base delle testimonianze di alcune fonti presuntamente informate dei fatti ai media internazionali.
Martedì il New York Times ha sostenuto che Navalny sia stato ucciso con un pugno al cuore, una tecnica degli agenti delle forze speciali dell'ex Kgb, dopo essere stato esposto a condizioni di congelamento per diverse ore.
La testata statunitense cita Vladimir Osechkin, fondatore del gruppo per i diritti umani Gulagu.net, che a sua volta cita una fonte che lavora nella colonia penale artica dove era detenuto il dissidente.
Secondo il dipendente dell'IK-3 i lividi trovati sul corpo sono compatibili con la tecnica del "pugno unico". Inoltre, prima della sua morte, Navalny era stato costretto a trascorrere più di due ore e mezza in uno spazio isolato all'aperto dove la temperatura poteva scendere fino a 27 gradi sottozero. Di norma i detenuti non vengono tenuti all'aperto per più di un'ora.
Il Regno Unito annuncia sanzioni contro i funzionari del carcere
A una settimana dalla morte di Navalny, non si fermano le reazioni.
Il Regno Unito ha imposto sanzioni a sei alti funzionari della colonia penale artica in cui è morto l'oppositore russo, affermando che sono responsabili del trattamento brutale che ha subito negli ultimi mesi di vita. Sarà vietato loro di recarsi nel Regno Unito e tutti i beni che potrebbero avere nel Paese saranno congelati.
Il primo ministro Rishi Sunak lo ha riferito alla Camera dei comuni mercoledì. "Insieme ai nostri alleati, stiamo valutando tutte le opzioni per chiedere conto alla Russia e a Putin. E questa mattina abbiamo sanzionato chi gestisce la prigione dove giace ancora il corpo di Alexei Navalny".
Questo venerdì anche la Casa Bianca annuncerà un "importante pacchetto" di sanzioni contro la Russia in risposta alla morte del dissidente, ha dichiarato il presidente Joe Biden. Intanto il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ha affermato che il modo migliore per onorare Navalny è garantire la sconfitta della Russia in Ucraina.
Ma non tutte le reazioni sono di condanna. Il capo del partito di estrema destra tedesco, Alternativa per la Germania (AfD), ha condannato il "teatrino" della morte di Navalny, affermando che è stato sfruttato per scopi politici.