L'obiettivo della nuova struttura di Pozzallo è quello di accelerare le procedure di accertamento per l'esistenza dei presupposti dello status di rifugiato
Non senza polemiche, ma alla fine apre la struttura di trattenimento dei richiedenti asilo provenienti da Paesi sicuri, come la Tunisia.
L'hotspot, annunciato nei giorni scorsi dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, si trova sulla collina di Pozzallo, nell'ex area industriale del centro del ragusano,
L'obiettivo è quello di accelerare le procedure di accertamento per l'esistenza dei presupposti dello status di rifugiato, da chiudere entro un mese.
Piantedosi ha definito l'apertura del centro "una scommessa", soprattutto in relazione al fatto che i migranti, pagando 5mila euro, possono evitare l'hotspot.
Il ministro si è affrettato a precisare che la nuova norma non riguarda i cittadini espulsi per irregolarità acclarata nella loro condizione di soggiorno o per pericolosità accertata, che sono quelli destinati ai Centri di permanenza per i rimpatri, i CPR.
All’interno della struttura di Pozzallo 84 dei 300 posti previsti sono destinati ai migranti che potranno avvalersi del nuovo iter.
Piantedosi ha anche confermato che sarà aperto un CPR in ogni regione d’Italia.