Revocata confisca a Bari, restituiti beni per 10 milioni

Erano stati sequestrati nel 2003 a Mario Coluccia
Erano stati sequestrati nel 2003 a Mario Coluccia
Di ANSA
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(ANSA) – BARI, 29 LUG – Beni immobili e quote societarie per
un valore complessivo di oltre 10 milioni di euro, sequestrati
nel 2003 e confiscati nel 2009, vengono restituiti ai legittimi
proprietari dopo che la Corte d’appello di Bari ha revocato il
decreto di confisca emesso dalla sezione misure di prevenzione
del Tribunale di Bari. La sentenza d’appello, che ha capovolto quella di rigetto
della revoca della confisca emessa dal Tribunale nel 2022, è
diventata definitiva dopo che la Cassazione ha ritenuto
inammissibile il ricorso del procuratore generale. I beni erano
di proprietà di Mario Coluccia, di 58 anni, del quale si sono
perse le tracce nell’aprile 2003, all’epoca ritenuto vicino al
gruppo criminale che fa capo alla famiglia Fornelli. Tra i beni
che stanno per essere restituiti alla moglie Nicoletta Fornelli,
curatrice dello scomparso Coluccia, vi sono sette appartamenti a
Bari in via Amendola e in via Fanelli, sette locali commerciali
a Bari e Foggia, tra cui un capannone industriale, due ville nel
complesso residenziale di Rosa Marina nel Brindisino, due
palazzine a Casamassima (Bari) e un appartamento a Lecce. Secondo il ricorso presentato dal legale di Nicoletta
Fornelli, avv.Francesco Racanelli, e accolto dai giudici di
secondo grado, l’annullamento della misura personale
dell’obbligo di
soggiorno e della confisca va riconosciuto perchè Coluccia, in
quanto scomparso, non ha potuto non ha mai ricevuto la notifica
si alcun atto e non ha mai potuto difendersi e non si può
procedere nei confronti di un soggetto che risulta essere
inesistente. L’illegittimità del provvedimento di confisca, quindi, è ‘ab
origine’ perché nè il provvedimento di sequestro preventivo del
novembre 2003 (emesso sette mesi dopo la scomparsa) né la
confisca del novembre 2009 sono stati notificati all’interessato
per il quale è in corso la dichiarazione di morte presunta. Questo errore logico ha viziato l’intero provvedimento di
confisca che è stato ritenuto dai giudici “illegittimo ab
origine”. (ANSA).

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