Combattere il turismo di massa a Venezia con i libri d'arte

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Image Diritti d'autore Domenico Stinellis/Copyright 2022 The AP. All rights reserved
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Di Luca Palamara
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A Venezia molti cittadini cercano di preservare l'identità e la cultura della città dal peso omologante del turismo di massa

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A Venezia, nei periodi di alta stagione, il numero di turisti che varca la soglia della città ogni giorno eguaglia o supera il numero dei suoi abitanti: circa 50mila. Un traffico che senza dubbio apporta numerosi benefici all’economia cittadina, ma che rappresenta anche una minaccia per la vita e l’identità di questo luogo unico al mondo, la cui autenticità è sempre più schiacciata sotto il peso omologante del turismo di massa. 

Marcello Strozzi ha 45 anni, è nato e ha sempre vissuto all’isola della Giudecca, di fronte al centro storico di Venezia. Nel 2019, dopo 50 anni, l’attività di famiglia dove sua madre lavorava come parrucchiera ha chiuso. Nonostante le numerose offerte di gestori di bar, ristoranti o negozi di souvenir, che ormai hanno soppiantato le botteghe dove i veneziani facevano la spesa, Marcello ha atteso quattro anni per l’offerta giusta per riconvertire il suo locale.

“Volevamo trovare qualcosa che andasse bene e che fosse qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso, qualcosa utile alla città e alle persone che ci vivono", spiega Marcello, parte di quei veneziani che stanno cercando di invertire la tendenza a trasformare la città in un "luna park" per turisti e di preservarne l'identità e la cultura.  

Dopo quattro l'anno l'offerta giusta è arrivata: un negozio di libri d'arte, un luogo dove le persone possano non solo comprare, ma anche ammirare, sfogliare, fermarsi a parlare e confrontarsi. “Vedo questo turismo di massa che non guarda, non ammira quello che potrebbe veramente rimanere nel cuore e invece si limita a immortalarlo in un telefonino", aggiunge Marcello.

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