Le "navi fantasma" russe vicino al Nord Stream poco prima dell'esplosione

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Di Joshua Askew
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Il gasdotto che trasporta il gas dalla Russia all'Europa è stato messo fuori uso lo scorso settembre

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Due gasdotti Nord Stream che trasportano gas dalla Russia all'Europa, attraverso il Mar Baltico, sono stati messi fuori servizio da esplosioni sottomarine lo scorso 26 settembre.

Alcuni Paesi occidentali hanno accusato la Russia, anche se Mosca nega (al solito) qualsiasi coinvolgimento: la causa dell'esplosione rimane sconosciuta.

Tuttavia, nell'ultimo episodio di una serie-documentario dal titolo ''Putin's Shadow War'' si afferma che ci sono stati movimenti sospetti di navi russe, che potrebbero aver eseguito operazioni subacquee vicino al luogo dell'esplosione.

Il documentario televisivo, prodotto da quattro emittenti nordiche (di Danimarca, Svezia, Finlandia e Norvegia), non sostiene che Mosca sia dietro l'esplosione, ma pone domande sull'insolita attività della sua Marina, proprio in quelle zone, proprio in quei giorni.

Nel documentario si nota che le cosiddette "navi fantasma" russe, tra cui una nave da ricerca, un rimorchiatore e una terza nave militare, sono rimaste nella zona dell'esplosione per diverse ore, in un caso quasi un giorno intero.

Secondo quanto riferito, i loro "trasponder" (trasmettitori) erano spenti, sebbene i loro movimenti potessero ancora essere monitorati utilizzando comunicazioni radio-intercettate.

Un ufficiale dell'Intelligence navale britannica in pensione, che lavorava per intercettare la flotta baltica russa, ne ha rintracciato la posizione, utilizzando informazioni open source e comunicazioni radio.

La Russia, in ottobre**,**ha accusato il Regno Unito di "dirigere" le esplosioni del Nord Stream, cosa che Londra ha definita falsa.

Rapporti recenti hanno suggerito che la colpa fosse degli agenti filo-ucraini, sebbene non del governo ucraino stesso.

Il documentario ha fatto una valutazione dettagliata di ciò che le navi russe stavano mettendo in pratica nei mesi precedenti l'incidente: si ritiene che una delle navi in questione, la "Sibiryakov", sia in grado di sorvegliare e mappare sott'acqua, nonché lanciare un piccolo veicolo sottomarino.

Ha passato le sue comunicazioni a un ricevitore segreto, intraprendendo un percorso insolito vicino a dove l'oleodotto sarebbe poi esploso a giugno, secondo l'ufficiale della Royal Navy, rimasto anonimo nel documentario.

Un'altra nave, il rimorchiatore navale SB-123, sarebbe arrivata cinque giorni prima delle esplosioni di settembre.

Le sue comunicazioni radio suggeriscono che sia rimasta lì tutta la notte, prima di tornare verso la Russia.

Ad aprile, le emittenti danese DR, norvegese NRK, svedese SVT e finlandese YLE hanno rivelato che le navi russe stavano "mappando" parchi eolici offshore, gasdotti, energia e cavi internet nel Mare del Nord per possibili attacchi di sabotaggio.

Alcuni obiettivi includevano parchi eolici al largo della costa britannica, una fonte vitale di energia del Regno Unito.

Sia la Svezia che la Danimarca affermano che l'esplosione, avvenuta nelle loro "Zone economiche", è stata deliberata, sebbene non abbiano determinato chi fosse il responsabile: attualmente stanno indagano sull'incidente, insieme alla Germania.

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