Il presidente francese Emmanuel Macron, in visita in Cina, punta a coinvolgere Pechino in un processo di pace nel conflitto tra Ucraina e Russia
Il presidente francese Emmanuel Macron in visita in Cina ha fatto sapere di voler ottenere da Pechino un impegno per un piano di pace condiviso in Ucraina. Obiettivo dell'Eliseo è tentare di sfruttare l'influenza che la Cina può esercitare sulla Russia di Vladimir Putin, anche se fonti vicine al leader transalpino fanno sapere di non attendersi cambiamenti diplomatici repentini da parte del governo asiatico.
La Cina è il maggior acquirente mondiale di petrolio e gas russi
La Cina vede infatti nella Russia un partner utile per contrastare quello che le due nazioni definiscono un dominio degli Stati Uniti sugli affari internazionali. Ad oggi, inoltre, la Cina è il maggior acquirente di petrolio e gas russi, il che contribuisce a sostenere le entrate del Cremlino a fronte delle sanzioni occidentali.
Macron ha sottolineato in particolare l'annuncio giunto da Putin circa la volontà della Russia di dispiegare armi nucleari tattiche in Bielorussia: una scelta alla quale anche Pechino si oppone. "L'integrità territoriale e la sovranità delle nazioni fanno parte della Carta delle Nazioni Unite", ha ricordato il presidente francese. Secondo il quale difendere tali principi "significa andare avanti insieme alla ricerca di un percorso di pace.
La Nato ammonisce Pechino: "Gravi conseguenze" in caso di invio di armi alla Russia
Commentando inoltre il piano di risoluzione del conflitto presentato dalla Cina a febbraio, Macron ha spiegato che, sebbene la Francia non lo condivida totalmente, esso "dimostra la volontà di impegnarsi per trovare una via d'uscita".
Nel frattempo, i 31 Paesi membri della NATO hanno avvertito mercoledì in merito alle "gravi conseguenze" che si verifcherebbero nel caso in cui la Cina dovesse iniziare a inviare armi e munizioni alla Russia. "Gli alleati sono stati chiari sul fatto che qualsiasi fornitura di munizioni letali da parte della Cina a favore di Mosca sarebbe un errore storico, con profonde implicazioni", ha dichiarato il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg ai giornalisti dopo aver presieduto una riunione dei ministri degli Esteri dell'Alleanza atlantica a Bruxelles.