Per loro non si tratta solo della riforma del sistema pensionistico: la posta in gioco è la democrazia di questo Paese e il loro futuro
I francesi sono di nuovo in strada, ma questa volta i giovani sono molto più coinvolti e, dicono, più determinati che mai.
Per loro non si tratta solo della riforma del sistema pensionistico: la posta in gioco è la democrazia di questo Paese e il loro futuro.
"Penso che il governo abbia paura dei giovani - dice Mathis, studente di Fisica di 23 anni - per la capacità di organizzarsi ed essere sempre presente ovunque: questo è chiaramente il nostro obiettivo, vogliamo sopraffare chi vuole reprimerci, chi vuole imporre trattative e compromessi.
Vogliamo sopraffarli per portare un cambiamento nella società".
"È essenziale - dice Youri, studente di Matematica e Informatica di 22 anni - che i giovani si radunino per innescare l'aspetto radicale di questo movimento, per permetterci di uscire tutti i giorni sino a quando la riforma non verrà annullata.
E vediamo che i giovani hanno quel ruolo da svolgere, è quello che è successo nel 1968 e ora sta accadendo di nuovo".
Il presidente "anziano"
"C'è un parallelo da tracciare con Maggio '68 - dice Philippe Moreau Chevrolet, analista politico, fondatore di MCBG Conseil Agency - perché nel 1968 avevamo un vecchio presidente, De Gaulle, che contava per una generazione più anziana, ma non per la generazione giovane.
Ed è lo stesso con Emmanuel Macron: è il presidente dei vecchietti, è stato eletto dagli anziani: alla fine, non parla ai giovani, e i giovani non lo sopportano più, non sopportano questo modo di governare distante e autoritario, vogliono un sistema più cooperativo, più gentilezza e cura che non hanno da questo presidente.
Il parallelo che possiamo fare col '68 è che siamo passati da una crisi sociale - una crisi basata sul problema delle pensioni - a una crisi politica, una crisi democratica.
Il problema di Emmanuel Macron è che comunica come un giovane, ma governa come un anziano: alla fine i giovani hanno capito che non è né ecologista, né sensibile ai loro problemi, né veramente empatico, è tutto finto".