Dopo l'iniziale ottimismo la Serbia e il Kosovo ancora non avrebbero raggiunto un accordo per normalizzare i rapporti tra i paesi confinanti. Il presidente della Serbia Aleksanda Vucic si sarebbe rifiutato di firmare formalmente i documenti e, ora, le trattative potrebbero slittare.
Anche dopo l'incontro tra il presidente serbo Aleksandar Vucic e il primo ministro del Kosovo Albin Kurti a Ocrida, nord Macedonia, alla presenza di mediatori europei, molte cose sono rimaste irrisolte e soggette a interpretazioni divergenti. La parte serba non ha formalmente firmato il documento che serviva a normalizzare le relazioni tra gli stati confinanti.
L'inviato degli Stati Uniti per il dialogo Serbia-Kosovo ha descritto gli incontri per il dialogo tra le due parti come un momento "storico".
Ma nonostante l'iniziale ottimismo il raggiungimento di un patto tra i due paesi sembrerebbe ancora lontano. Il rappresentante dell'Unione europea Miroslav Lajcak ha dichiarato: "La nostra preferenza, in qualità di mediatori, era quella di far firmare il documento a entrambi".
"E questa è stata la nostra proposta alle parti. Tuttavia, il presidente Vucic ha detto chiaramente che non è in grado di firmare questo documento adducendo a limitazioni costituzionali", ha aggiunto.
Secondo esperti di diritto internazionale e l'articolo 3 della Convenzione di Vienna sul diritto dei trattati gli accordi orali sarebbero legalmente vincolanti. Nonostante ciò il presidente serbo ha dichiarato che secondo la costituzione del suo paese gli accordi sarebbero vincolanti solo all'apporre di una firma o un esplicito accordo orale da parte del presidente del paese. "Nessuno può produrre un accoordo che crei conseguenze legali se non il presidente, o in alcuni casi, il primo ministro e il ministro degli Affari esteri", ha aggiunto.
Intanto, il mediatore americano Gabriel Escobar ritiene che gli accordi non potranno essere risolti entro la fine di marzo. Una data più probabile potrebbe essere intorno la fine del 2023.