"La guerra in Ucraina ha cambiato radicalmente l'Europa. Ma sappiamo da che parte stare"

"La guerra in Ucraina ha cambiato radicalmente l'Europa. Ma sappiamo da che parte stare"
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Di Isabel Marques da SilvaEdizione italiana: Cristiano Tassinari
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Nel nostro programma "The Global Conversation", interviste con tre donne europee di spicco: Marghrethe Vestiger, Svetlana Tikhanovskaya e Marija Pejčinović Burić

La guerra in Ucraina ha cambiato radicalmente l'Europa. La questione ora è come prepararsi al futuro e garantirsi un ruolo geopolitico di primo piano.

Abbiamo chiesto a Margrethe Vestager, dal 2014 Commissaria europeo per la concorrenza (54 anni, danese), a Marija Pejčinović Burić, (croata, 59 anni), Segretaria Generale del Consiglio d'Europa e a Svetlana Tikhanovskaya (40 anni), leader del movimento democratico bielorusso, come la guerra sta cambiando l'Europa.

Le tre leader si sono riunite martedì per un dibattito sul futuro dell'Europa, organizzato dal think tankCenter for European Policy Studies (CEPS) di Bruxelles, che ha celebrato il suo 40° anniversario.

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"In che modo la guerra in Ucraina ha cambiato l'Europa?"

Risponde Margrethe Vestager, Commissaria europeo per la concorrenza: 
"Dal giorno dell'invasione penso che l'Europa sia cambiata, più o meno, di ora in ora. Ci sono forti discussioni tra gli Stati membri e tra i partiti. Ma arriviamo alle soluzioni molto più velocemente di prima e tutti hanno la volontà di dare il loro contributo per una soluzione comune. È come se stessimo cambiando il DNA europeo".

Thierry Monasse/Copyright 2016 The AP. All rights reserved.
Marghrete Vestager.Thierry Monasse/Copyright 2016 The AP. All rights reserved.

Risponde Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d'Europa: 
"Abbiamo condannato immediatamente l'aggressione russa già la mattina del 24 febbraio 2022 e, in tre settimane, abbiamo isolato quasi completamente la Federazione Russa. Di fatto, ciò ha cambiato completamente il panorama e il modo in cui lavoriamo. Mettiamo l'Ucraina e il suo sostegno al centro di ciò che facciamo. Ma questa guerra di aggressione ha anche mostrato, e aggravato, alcuni altri problemi che avevamo in Europa prima della guerra e prima della pandemia".

"Con la guerra e con la pandemia si è acuito l'arretramento della democrazia in Europa".
Marija Pejčinović Burić
S9 anni, croata nata a Mostar, Segretaria Generale del Consiglio d'Europa

Interviene Svetlana Tikhanovskaya, leader del movimento democratico bielorusso: 
"L'Europa può finalmente mostrare i denti. Quindi, ora vedo una coerenza nella politica europea. Vedo coraggio e vedo risolutezza. E spero davvero che l'Europa rimanga così, perché penso che insieme avremo molte sfide da vincere. E la posizione di principio dell'Europa è molto importante".

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"Pensa che ci sarà una seconda Guerra Fredda o l'Occidente può ricostruire i rapporti con la Russia?"

Per prima, risponde Svetlana Tikhanovskaya
"Non credo che gli esperti possano prevedere come sarà il futuro della regione e quale sarà il rapporto con la Russia, con la Russia di Putin. I bielorussi non hanno niente a che fare con lui. Quello che so per certo è che la guerra non finirà finché la Bielorussia non sarà libera. E non dimentichiamolo! Finché il presidente della Bielorussia, Lukashenko, sarà al potere, con l'assistenza di Putin e violando il popolo bielorusso, non ci sarà sicurezza e stabilità nella regione".

Markus Schreiber/Copyright 2023 The AP. All rights reserved
Svetlana Tikhanovskaya, ospite a Davos.Markus Schreiber/Copyright 2023 The AP. All rights reserved

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"È già passato un anno. Non sappiamo quanto ancora durerà la guerra. Ma come dovrebbe prepararsi l'Europa alla vita dopo la guerra, anche per mantenere un ruolo di primo piano nella comunità internazionale?"

Risponde Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d'Europa: 
"Penso che l'Europa sia un paladino del multilateralismo in tutto il mondo. È stata una delle prime regioni del mondo, dopo le due orribili guerre mondiali, a iniziare a pensare a nuove organizzazioni multilaterali che aiutassero a sostenere la pace e a garantire prosperità e progresso economico a tutti i nostri Stati membri. Quindi, ancora una volta, più di 75 anni dopo il Congresso dell'Aia, abbiamo certamente bisogno di ripensare ciò che facciamo bene e ciò che deve essere cambiato e fatto meglio. Ma, probabilmente, il modo in cui lavoriamo e le priorità, vanno ripensate".

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"Pensa che l'Europa abbia bisogno di uno strumento finanziario permanente, o di un meccanismo, per far fronte a queste crisi, arrivate una dopo l'altra?"

Risponde Margrethe Vestager, Commissaria europeo per la concorrenza: 
"Per offrire qualcosa ai propri elettori, ai cittadini nel proprio Stato membro, è necessario lavorare per soluzioni europee. E penso che parte di ciò sia diventare sempre migliori, anche nel trovare soluzioni di finanziamento europeo. Penso che ora, quando vogliamo consentire maggiori aiuti dagli Stati membri alle imprese, dobbiamo ripensare a come possiamo avere anche uno strumento europeo per consentire alle imprese di investire e crescere in Europa. Non dobbiamo fare le cose sempre allo stesso modo. Possiamo essere molto più rapidi in quello che facciamo, e molto più diretti, anche per uno strumento di finanziamento europeo".

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"Abbiamo visto molti aiuti ai rifugiati ucraini. Gli Stati membri hanno spalancato le braccia a queste persone, eppure vediamo in qualche modo una tendenza a costruire una "fortezza" europea riguardo alle persone provenienti da altre regioni del mondo. Qual è la soluzione?"

Marija Pejčinović Burić, Segretaria generale del Consiglio d'Europa: 
"Da parte del Consiglio d'Europa abbiamo subito sentito il bisogno di dare consigli e consulenza affinché tutte queste persone in fuga non cadessero nelle trappole del traffico di esseri umani, perché nella situazione vulnerabile in cui si trovavano era molto facile diventare un bersaglio dei trafficanti. Come aiutare coloro che rischiano di subire violenza sessuale o altro tipo di violenza, per lo più bambini e donne. Quindi, è una grande fortuna che, anche durante questa guerra, l'orribile guerra di aggressione all'Ucraina, le istituzioni continuino a lavorare. Il Parlamento dell'Ucraina, ad esempio, ha ratificato la Convenzione di Istanbul, che è la norma-standard per proteggere le donne dalla violenza".

AP/Russian Foreign Ministry Press Service
Marija Pejčinović Burić con Serguei Lavrov, ministro degli Esteri russo. (Mosca, 19.10.2020)AP/Russian Foreign Ministry Press Service

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"I cittadini europei, ora, sono più vicini gli uni agli altri, con maggiore solidarietà tra Occidente e Oriente?"

Risponde Svetlana Tikhanovskaya, leader del movimento democratico bielorusso: 
"Il dolore, di solito, unisce. E vedo che le persone nei paesi democratici - che danno la democrazia per scontata - hanno sentito il dolore bielorusso, hanno sentito il dolore ucraino e si sono sicuramente uniti in solidarietà con i nostri Paesi. E vediamo come, dal 2020, le persone hanno aiutato i nostri prigionieri politici, hanno aiutato i rifugiati che sono dovuti fuggire dalla Bielorussia a causa delle repressioni. E ora molti bielorussi stanno continuando ad offrire le loro case ai rifugiati ucraini, stanno raccogliendo fondi per le armi. Chi avrebbe mai immaginato che gli europei avrebbero raccolto fondi per l'acquisto di armi, carri armati e attrezzature militari? Lo stanno facendo ora perché capiscono che anche i loro Paesi devono difendersi. E c'è un obbligo morale da parte di ogni persona, ora, di contribuire alla nostra comune vittoria".

- Isabel Marques da Silva, giornalista Euronews: 
"Prevede un aggravamento del nazionalismo e del protezionismo in Europa e nel mondo, in particolare in Cina e negli Stati Uniti?"

Risponde Margrethe Vestager, Commissaria europeo per la concorrenza: 
"Penso che saremo molto più attenti su ciò che rappresenta un rischio per noi. Quindi, penso che saremo molto più rapidi e molto più precisi nel dire "questo non va", se tutto queste guerre commerciali stanno  effettivamente danneggiando sia noi che i nostri partner commerciali. E dobbiamo fare questo passo in più, perché, altrimenti, tutto il commercio andrà in affanno e saremo sempre più spaventati e timorosi per quello che sarà il nostro futuro. Perciò, abbiamo bisogno di un grado di consapevolezza completamente diverso su dove si trova e come sia fatta la nostra sicurezza economica, in modo da poter agire di conseguenza".

Per un panorama più ampio: Tutte le interviste di "The Global Conversation"

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