Francia, nuove proteste contro la riforma delle pensioni

Ancora scioperi in Francia contro la riforma delle pensioni. Marsiglia è una delle decine di città francesi dove si sono svolti cortei. È il quinto sciopero nazionale contro un progetto che porta l'età minima pensionabile da 62 a 64 anni. Sabato scorso, circa un milione di persone hanno protestato in tutto il Paese. Cortei in attesa del D-day del 7 marzo, quando sindacati, lavoratori e opposizione hanno promesso di paralizzare la Francia.
Disagi e dibattiti
Intanto resta la sospensione del 30% dei voli all'aeroporto parigino di Orly e i tagli alla produzione di elettricità. I lavoratori di EDF hanno diminuito l'erogazione di oltre 3.000 MW, l'equivalente di un blocco di 3 reattori nucleari.
Nel frattempo, i dibattiti parlamentari sulla riforma stanno entrando nella fase finale all**'Assemblea nazionale**. Dopo la mezzanotte di venerdì, il testo sarà esaminato per l'ultima volta prima di essere inviato al Senato.
La discussione cruciale è quella attorno all'articolo 7 della riforma, quello che aumenta da 62 anni a 64 l'età pensionabile. "Oggi è l'ultimo segnale, dal 7 marzo blocchiamo tutto", ha detto il leader della sinistra radicale, Jean-Luc Melenchon, de La France Insoumise (LFI) in apertura delle manifestazioni. Prendendo la parola alla partenza del corteo di Montpellier, nel sud, il leader di LFI ha sottolineato "la voglia di andare fino in fondo" da parte dei manifestanti: "sento una voglia di andare fino in fondo, comunque vada a finire".
Macron: "Opposizioni allo sbando"
Il presidente Emmanuel Macron, nel frattempo, ha duramente attaccato le opposizioni, definendole "allo sbando" e incapaci di "mettere i francesi al centro delle loro preoccupazioni". Intanto migliaia di emendamenti sono stati ritirati dalla coalizione di sinistra NUPES, mentre Marine Le Pen - dalla parte opposta dello schieramento - ha presentato una mozione di sfiducia.
Altra stretta prevista dalla riforma, "i 43 anni di contributi previsti dalla legge Touraine del 2014 come necessari a partire dal 2035 per andare in pensione, saranno ora necessari dal 2027". Resta invece a 67 anni l'età alla quale si potrà andare in pensione senza decurtazioni per i contributi mancanti e a 62 quella per i lavoratori in situazione di invalidità o incapacità.
Infine, fra i provvedimenti principali, la "fine della maggior parte dei regimi speciali esistenti, in nome del "principio di equità", una misura che si applicherà però soltanto ai nuovi assunti. E poi l'aumento di 100 euro per le pensioni minime, che salgono così a 1.200 euro, l'85% del salario minimo.