L'Artemisa censurata tornerà senza veli dopo il restauro

L'opera di Artemisa Gentileschi
L'opera di Artemisa Gentileschi Diritti d'autore screenshot
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Di Euronews
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"Artemisia upclose" è il progetto di restauro che consentirà di riscoprire l'opera originale sotto le ridipinture dell'Allegoria dell'inclinazione

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Una donna nuda seduta su una nuvola: con "l'Allegoria dell'inclinazione", Artemisia Gentileschi, allora 22enne, aveva dipinto se stessa, senza veli. 

L'opera giovanile di una delle artiste donne più talentuose del Barocco italiano è stata rimossa dal soffitto di Casa Buonarroti per consentire agli esperti di studiare l'originale che si trova sotto le ridipinture.

"I veli furono aggiunti da un altro artista probabilmente tra i 50 e i 60 anni dopo che Artemisia dipinse il suo dipinto nel 1616" spiega Elisabeth Wicks, conservatrice alla guida dello studio sull'opera.

L'Artemisia censurata con drappeggi e veli dall’artista Baldassare Franceschini circa 60 anni dopo il completamento dell’opera sarà dunque di nuovo messa a nudo.
Impossibile rimuovere le ridipinture ma grazie alla strumentazione d’avanguardia è possibile creare un’immagine virtuale dell’opera originale nascosta sotto il dipinto.

Linda Falcone, coordinatrice del progetto di restauro "Artemisia upclose", sostiene l'importanza di leggere l'opera attraverso due prospettive: "Da un lato, il fatto che sia stata censurata è importante e rilevante oggi, quindi deve restare così per raccontare quella storia. Dall'altra parte, è deludente perché ovviamente ti piacerebbe ammirare il dipinto come l'ha concepito Artemisia, ma la via di mezzo è che saremo in grado di vederlo attraverso l'immagine digitale."

Gli strumenti per riportare alla luce l'opera originaria sono molteplici e tutti all'avanguardia, dall’esame a luce diffusa e radente, seguito da ricerca a raggi UV e infrarossi sino all’imaging multispettrale ipercolorimetrico, che consentirà di comprendere al meglio la tecnica esecutiva originale e le successive aggiunte. Seguiranno la riflettografia ai raggi X e quella ad alta risoluzione”.

Il progetto di recupero si chiama "Artemisia UpClose" ed è sponsorizzato dal collezionista britannico Christian Levett e da Calliope Arts, una fondazione non profit con sede a Londra che promuove le arti e la storia da una prospettiva femminile

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