Iran: la polizia spara sul mucchio e nelle manifestazioni muoiono anche 27 bambini

Proteste in Iran
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250 morti a causa della repressione di polizia in Iran, fra questi anche 27 bambini. L'Onu promuove una inchiesta

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Le proteste in Iran non sono ancora sopite e il clima non volge alla distensione. Anche nell'estrema provincia settentrionale, precisamente nella città di Mahabad, altre centinaia di giovani sono scesi in piazza in seguito all'uccisione mercoledì di un curdo da parte delle forze dell'ordine. Alla repressione, visibile in tante altre città, la piazza continua a rispondere compatta. L'Onu ha chiesto un'indagine indipendente sulla morte di Mahsa Amini e su altre violazioni dei diritti umani in Iran.

Report agghiacciante

"Abbiamo ricevuto una serie di segnalazioni su molte altre ragazze e donne, in effetti vittime della repressione sono stati anche dei giovanissimi finiti in preda alla violenza genertalizzata. Abbiamo un elenco di almeno 27 bambini che sono stati uccisi dalla polizia iraniana dall'inizio di queste proteste. La cifra complessiva è di un minimo di 250 persone che sono state abbattute dalle azioni repressive del governo iraniano da quando l'ondata della rivolta è iniziata il 16 settembre": spiega Javaid Rehman, relatore speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Iran.

La politica del pugno di ferro

Le autorità iraniane trattano le proteste come un problema di ordine pubblico e usano il pugno di ferro. A livello ufficiale è stata fatta una correlazione irreale fra un attacco ad una moschea, che avrebbe causato la morte di 15 pellegrini,  e le proteste di piazza che risalgono solo alla morte delle donne che vogliono ribellarsi al gioco di una morale formale e oscurantista.

L'Iran in piazza

Alcune immagini pubblicate il 27 ottobre mostrano diverse donne che si tagliano i capelli sulla tomba di Nika Shakarami a Khorramabad, a 38 giorni dalla sua morte. Shakarami è stata trovata morta dopo aver partecipato a una protesta per la morte di Mahsa Amini, arrestata dalla polizia morale per una presunta violazione del rigido codice di abbigliamento femminile della Repubblica islamica. I disordini in Iran per la morte della 22enne Amini sono entrati ormai nella sesta settimana. Nei pressi dell'ufficio in fiamme del governatore di Mahabad, nella provincia dell'Azerbaigian occidentale, i manifestanti iraniani hanno intonato cori quali "Morte al dittatore". Altri manifestanti si sono invece riuniti nel cortile del complesso Chitgar, nella parte occidentale di Teheran per manifestare il loro dissenso.

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