"Siamo tutti Mahsa Amini". Il mondo in piazza per le donne iraniane

Un momento della manifestazione a Berlino. 80.000 i partecipanti stimati dalla polizia
Un momento della manifestazione a Berlino. 80.000 i partecipanti stimati dalla polizia Diritti d'autore JOHN MACDOUGALL/AFP
Diritti d'autore JOHN MACDOUGALL/AFP
Di Gianluca MartucciEuronews
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Mobilitazioni in tutto il mondo, per manifestare solidarietà alle donne iraniane. 80.000 in piazza solo a Berlino: "Siamo tutti Mahsa Amini"

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Sono 80 mila, secondo le stime della polizia tedesca, le persone che a Berlino sono scese in strada a sostegno dei manifestanti che in Iran protestano senza sosta da cinque settimane dopo la morte di Mahsa Amini, la ragazza uccisa dopo essere stata arrestata dalla polizia morale iraniana per non aver indossato l'hijab secondo quanto prescrive la legge del Paese.

Tra i manifestanti c'erano molti iraniani residenti all'estero. "Vogliamo sfruttare questa possibilità per dimostrare al mondo che noi iraniani non vogliamo questo governo, vogliamo gridare che occorre cambiare questo governo" dice Nina, che vive in Germania da tempo. 

Le manifestazioni per i diritti delle donne in Iran hanno occupato anche le strade di Tokyo, in Giappone. Nei cortei hanno sfilato le foto di Mahsa Amini e di altre persone uccise durante la repressione. Il motto "Donne, vita, libertà" è stato ricorrente, come lo è nelle università iraniane.

All'Università di Scienze Mediche di Tabriz, nel Nord-Ovest del Paese, e all'Università Shahid Beheshti di Teheran non protestano solo giovani e studenti, ma anche negozianti e lavoratori. Le ragioni possono essere diverse, ma l'obiettivo comune è quello di essere governati da amministratori che facciano valere i loro diritti.

Venerdì, a Zahedan, nel Sud-Est le proteste dopo le preghiere del venerdì hanno lasciato la città a pezzi, con le vetrine dei negozi distrutte e i bancomat vandalizzati. sono stati danneggiati. Le squadre di pulizia sono uscite, spazzando i detriti dai negozi vandalizzati. Sarebbero 90 i morti nella protesta alla fine della giornata, definita come una delle più sanguinose in cinque settimane.

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