Per Zelensky Mosca rallenta l'export del grano dai porti ucraini

Oltre 150 navi cariche di cereali sono in coda, la loro partenza dai porti ucraini, secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è volontariamente ritardata dai russi. Mosca, secondo Kiev, di fatto boicotta l'accordo mediato dai turchi sotto l'egida delle Nazioni Uniti per garantire l'export del grano ucraino necessario a sfamare diversi Paesi, anche fragili, di Asia e Africa.
"Durante il funzionamento della nostra iniziativa sui cereali, a causa del rallentamento russo, abbiamo sottoesportato circa tre milioni di tonnellate di cibo. E questa è la quantità annua di consumo per 10 milioni di persone", ha denunciato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
L'accordo per l'export del grano è in scadenza ai primi di dicembre e in questo periodo sono in corso trattative per il rinnovo; Mosca, in cambio del lasciapassare alle navi col grano ucraino, chiede garanzie sull'export di prodotti chimici russi soprattutto ammoniaca, in deroga alle sanzioni.
Uccisi civili in fuga a Kherson
Trattativa non facile mentre le bombe esplodono: nelle ultime ore Kiev vanta conquiste nella regione di Kherson e accusa i russi di aver usato bombe a grappolo a Bakhmut. Mosca accusa gli ucraini di aver bombardato una colonna di civili in fuga da Kherson uccidendo 4 persone. La conta dei morti civili dall'inizio del conflitto è ormai arrivata a 6300 secondo le Nazioni unite.