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[live] Elezioni italiane: Meloni stravince, lega indebolita, Pd non sfonda il 20%

Giorgia Meloni parla ai media nella sede elettorale del suo partito a Roma, domenica 25 settembre 2022.
Giorgia Meloni parla ai media nella sede elettorale del suo partito a Roma, domenica 25 settembre 2022. Diritti d'autore  foto AP/Gregorio Borgia
Diritti d'autore foto AP/Gregorio Borgia
Di Euronews Agenzie: ANSA
Pubblicato il Ultimo aggiornamento
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gli ultimi dati danno Fratelli d'Italia al 26%, con la Lega all'8,9 e FI all'8. Non sfonda la soglia rincorsa del 20% il PD. Exploit 5 stelle, al 15%. Debacle delle piccole liste e dei movimenti antisistema

Giorgia Meloni stravince e fa volare Fdi con gli alleati interni indeboliti e la Lega di Salvini vicina al crollo. Tiene Forza Italia, almeno rispetto agli ultimi sondaggi.

Con l'87 per cento delle sezioni scrutinate, FdI è infatti nettamente il primo partito italiano con oltre il 26 per cento di consensi, seguito dal Pd che con il 19,2% non sfonda il tetto minimo cercato del 20%.

Exploit del Movimento Cinque stelle che rimane il terzo partito italiano con il 15 per cento. Crolla invece la Lega all'8,5 per cento tallonata da Forza Italia data all'8%.

Meloni: "al governo per tutti gli italiani"

In nottata, la leader di FdI ha commentato lapidariamente e caldo, rimandando a lunedì mattina "tutte le valutazioni più profonde e complete visto che i dati sono ancora non definitivi. Però mi pare che dalle prime proiezioni si possa dire che dagli italiani arriva un'indicazione chiara per un governo di centrodestra a guida Fratelli d'Italia", ha detto Giorgia Meloni.

"Questo è il tempo della responsabilità, il tempo in cui se si vuole far parte della storia si deve capire quale responsabilità abbiamo verso decine di milioni di persone perché l'Italia ha scelto noi e non la tradiremo come non l'abbiamo mai tradita". Meloni ha aggiunto che "se saremo chiamati a governare la nazione lo faremo per tutti, per unire un popolo esaltando ciò che unisce piuttosto che ciò che divide".

"Il fatto che Fdi sia primo partito significa tante cose per tanti di noi: questa è sicuramente per tanti di noi una notte di orgoglio, di riscatto, di lacrime, abbracci, sogni". 

Maggioranza anche in Senato

l centrodestra, e questo è il dato più importante, avrà una maggioranza autonoma anche al Senato che era il vero dubbio della vigilia. Gli exit poll indicano infatti una forbice al Senato per il centrodestra che va da 109 a 119 seggi, più che sufficienti per navigare con una certa tranquillità. 

Questo nonostante i numeri degli alleati di FdI non siano altrettanto lusinghieri: la lega di Salvini crolla a poco meno del 9 per cento, mentre Forza Italia regge con l'8 per cento. 

In ogni caso Matteo Salvini già ringrazia gli elettori per la vittoria via twitter.

La classifica provvisoria

Alla Camera tra i singoli partiti Fdi è primo con oltre 26%, il Pd secondo con il 19,2%, M5s con il 15%.

La Lega si ferma a poco meno del 9%, Forza Italia 8%. 

Analoghi i dati del Senato che erano quelli più attesi e che danno un buon margine di agibilità alla coalizione di centrodestra. Allargando lo spettro ai partiti minori secondo il primo exit poll del consorzio Opinio-Italia per la Rai, alla Camera l'Alleanza Verdi e Sinistra è tra il 3 e il 5%, +Europa è al 2,5-4,5%. 

Debacle per i piccoli partiti: Di Maio fuori dal Parlamento

È disfatta per i piccoli partiti e le cosiddette liste anti-sistema:  Italexit di Gianluigi Paragone si ferma al 2% e resta  fuori dal parlamento, Unione Popolare all'1,4% e Italia Sovrana e popolare all'1,2%.

Noi Moderati, entrambi tra lo 0,5% e il 2,5%. Impegno Civico non supera lo 0 per cento e Luigi Di Maio si vede sconfitto nel collegio uninominale della Camera di Napoli Fuorigrotta, trovandosi quindi fuori dal Parlamento: è infatti praticamente certa la vittoria di Sergio Costa per il Movimento 5 Stelle.

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Di seguito, la nostra copertura elettorale dal vivo

Diretta conclusa

Forza Italia, l'ex ministro Prestigiacomo bocciata al Senato


Si avvia ad essere uno dei grandi bocciati di queste elezioni: l'ex ministro Stefania Prestigiacomo, candidata al Senato nel collegio plurinominale (P02), a sorpresa esce di scena. La candidata di Forza Italia, dopo 28 anni trascorsi ininterrottamente in Parlamento, non potrà sedere tra gli scranni di Palazzo Madama.


   Eletta dal 1994 alla Camera, poi nel 2001 nominata ministro per le Pari opportunità, e nel 2008 ministro dell'Ambiente. Il suo partito l'aveva candidata alla presidenza della Regione, ma dopo il tweet contrario di Giorgia Meloni, il suo nome era stato abbandonato a favore del collega di partito Renato Schifani


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Salvini: "dato della Lega non soddisfa, ma saremo protagonisti"

"Il dato della Lega non mi soddisfa, non è quello per cui ho lavorato. ma con il 9% siamo in un governo di centrodestra in cui saremo protagonisti". Così il leader della Lega Matteo Salvini in conferenza stampa a


Milano.


   "Entro la fine dell'anno - ha aggiunto - faremo i congressi in tutte le 1400 sedi. Poi faremo l'anno prossimo i congressi provinciali e regionali". (ANSA).


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Matteo Salvini commenta il risultato elettorale

A breve, dalla sede del Carroccio di Milano, Matteo Salvini dovrebbe commentare il risultato di queste elezioni. Per l'intera nottata, dopo il crollo nei consensi,  praticamente tutti i candidati leghisti sono rimasti in silenzio 




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 Meloni e Salvini, congratulazioni da Marine le Pen

"Il popolo italiano ha deciso di riprendere in mano il proprio destino, eleggendo un governo patriottico e sovranista. Bravi Giorgia Meloni e Matteo Salvini, per aver resistito alle minacce di una Unione europea anti-democratica e arrogante, ottendendo questa grande vittoria": lo scrive in un tweet la leder del Rassemblement National, Marine Le Pen.


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Calenda: "sinistra populista, noi saremo polo riformista"


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Ilaria Cucchi: "Andai al Senato per la morte di mio fratello, ora tornerò da senatrice"


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Emanuele Fiano: "PD sconfitto, ora è il momento di affrontare gli errori"




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Berlusconi torna al Senato, vince col 50% a Monza

 Il presidente di Forza Italia Silvio Berlusconi torna al Senato. L'ex premier ha infatti vinto nel collegio uninominale di Monza con il 50,31% delle preferenze contro Federica Perella, sindaco alla Cultura del Comune di Seregno.


    Monza è la città in cui Berlusconi possiede la squadra di calcio, che ha portato in serie A, che alle comunali il Pd aveva strappato al centrodestra. Proprio per questolo scorso 18 settembre Enrico Letta ha organizzato la 'anti-Pontida' con isindaci Pd. (ANSA)



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Ilaria Cucchi eletta senatrice in Toscana

Ilaria Cucchi, candidata del centrosinistra, è stata eletta senatrice nel collegio uninominale Toscana UO4 - Firenze con 208.974 voti, pari al 40,08%, secondo il dato del sito del ministero dell'Inerno. Federica Picchi, candidata del centrodestra, ha avuto il 30,03 % dei voti. Terza Stefania Saccardi, che correva per Azione-Iv: ha avuto il 12,23% dei voti. Quarto Claudio Cantella del M5s con il 10,62% dei voti


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Elezioni: ex ministro Terzi eletto a Treviglio al 60% 


L'ex ministro degli Esteri del governo Monti Giulio Terzi di Sant'Agata, candidato di Fdi, è stato eletto con il 60,28% delle preferenze al Senato nel collegio uninominale di Treviglio, in provincia di Bergamo, dove il ministro uscente agli Affari regionali, Mariastella Gelmini del Terzo polo, è arrivata terza con l'8,12% dei voti.


In un esecutivo a guida Meloni, Terzi di Sant'Agata è ritenuto un nome assai probabile per un nuovo incarico agli Esteri



     MF


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La disfatta dei piccoli partiti e delle liste anti-sistema: tutti fuori

È debacle per le piccole liste anti-sistema, tutte sotto la soglia del 3% necessaria per l'ingresso in parlamento.


 Italexit di Gianluigi Paragone è ferma al 2%, Italia sovrana e popolare di Marco Rizzo poco sopra l'1%. Stessa sorte per Unione Popolare di Luigi De Magistris, ferma all'1,4%



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I Dati sulla Camera: FdI 26,39%, Pd 19,21%

Con  poco meno dell'88% delle sezioni scrutinate (53.889 su 61.417) alla Camera Fratelli d'Italia è il primo partito con  il 26,45%.


Seguono il Pd con il 19,35%, il M5S con il 14,86%, Lega 8,97%, FI 8,01%, Azione-Iv-Calenda 7,74%, Alleanza verdi e Sinistra 3,68%.


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Di Maio non entra in Parlamento

È debacle per l'ex Ministro degli Esteri e leader di Impegno Civico, Luigi Di Maio.


Con 403 sezioni scrutinate su 440, nel collegio di Napoli Fuorigrotta 2 per la Camera, Di Maio ha ottenuto il 24,3% dei voti, venendo dunque nettamente sconfitto dall'ex ministro dell'Ambiente, in lizza per il Movimento 5 Stelle, Sergio Costa, che al momento si è conquistato il 40,5%.


Terza Maria Rosaria Rossi, in lizza per il centro destra, col 22,2%. Solo quarta la ministra Mara Carfagna, di Azione, al 6,7%. 


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Affluenza al 64,67%

Secondo quanto riferito, solo il 64,67% dell'elettorato si è recato a votare in queste elezioni, una cifra molto più bassa rispetto al 2018 (69,36%)


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Elezioni, Meloni in testa

L'exit poll di Opinio Rai rispecchia i sondaggi: centrodestra avanti tra il 41-45% secondo Opinio Rai, con Fratelli d’Italia in testa tra il 22-26%. La Lega al 8,5%-12,5 e Forza Italia al 6-8.


Il centrosinistra secondo tra il 25,5-29,5. Il Pd al 17-21%, poi il M5S tra il 13,5-17,5, ottimo risultato ottenuto negli ultimi giorni con una forsennata campagna elettorale al sud di Giuseppe Conte. Discreto risultato per il terzo polo di Matteo Renzi e Carlo Calenda che speravano di arrivare al 10%, ma secondo i primi exit poll si attesterebbero ora tra il 6,5-8,5%


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Primi exit polls, Meloni in testa

I primi exit polls rispecchiano i sondaggi: Fratelli d'Italia primo partito tra il 22 e il 26%. Segue il Pd tra il 17 e il 21%. Terzo partito Movimento 5 Stelle, quarto la Lega 


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Exit poll, non risultati ufficiali

I seggi chiuderanno, in tutta Italia, tra pochissimo, alle ore 23. 
Nell'istante in cui le urne chiuderanno, inizieranno a essere pubblicati  i primi exit poll: sondaggi realizzati all’uscita di alcuni seggi da agenzie private chiedendo ad alcune persone di riprodurre il voto così come è stato appena espresso in cabina elettorale.


Non sono dunque risultati ufficiali, ma danno una stima che sarà poi confermata dalle proiezioni che arriveranno al Senato intorno alle 23.50 e alla Camera alle 2 di notte.
Per avere una visione più chiara sul voto delle elezioni, bisognerà aspettare le proiezioni. Si tratta di elaborazioni statistiche che si basano sui voti reali.


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Ressa al quartier generale di Meloni

Mancano pochi minuti alla chiusura delle urne, e sempre più persone si accalcano all'Hotel Parco dei Principi, quartier generale di Fratelli d'Italia. Per Giorgia Meloni e il suo partito, l'occasione della vita: sono circa 400, tra italiani e stranieri, i giornalisti accreditati presso l'area stampa dell'albergo romano. 


Giornalisti venuti anche dagli Stati Uniti alla Corea del Sud, dal Giappone all'Inghilterra, ma anche dalla Grecia, Portogallo, Olanda, Finlandia, Norvegia e Paesi del Sud America. Una marea umana che dà la cifra dell'importanza di queste elezioni. 


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Emilia Romagna, affluenza al 59,76%

 L'Emilia Romagna è la regione più virtuosa, con il 59,76% dei votanti, seguita dalla Lombardia con il 58,35% e dalla Toscana con il 58,07%. Dati in ogni caso in forte calo rispetto al 2018 quando la percentuale fu rispettivamente del 65,98% per l’Emilia Romagna, del 62,27% per la Lombardia e del 63,87% per la Toscana.


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Affluenza alle 19 in calo rispetto al 2018

Arrivano i dati definitivi sull'affluenza alla Camera alle ore19: ha votato il 51,14% degli elettori (dato parziale). Affluenza in calo di circa l'8% rispetto al 2018, quando, alla stessa ora, si era recato alle urne il 58,40% degli aventi diritto. 



Alle elezioni per il rinnovo della Camera alle ore 12 aveva votato il 19,21% degli aventi diritto, (7.904 comuni su 7.904). Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 19,43% degli elettori per la Camera.


(fonte: ministero dell'Interno)



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Tutto pronto a Bologna per lo spoglio delle schede europee

Oltre 2mila scrutatori si stanno preparando a BolognaFiere per lo spoglio delle schede elettorali giunte per corrispondenza da 17 paesi europei, con un totale di 362 seggi per 822,475 potenziali elettori. Lo scrutinio inizierà, come per il resto d'Italia, alle 23: è la prima volta che le operazioni avverranno in un luogo diverso dall'ufficio centrale di Roma. Oltre a Bologna, gli altri uffici decentrati sono a Milano, Firenze e Napoli, tutti con seggi ciascuno dei quali andrò da un minimo di 2mila a un massimo di 3mila elettori residenti all'estero che non abbiano esercitato il voto in Italia


La legge ripartisce la circoscrizione estero nelle ripartizioni di Europa (compresi territori asiatici di Federazione russa e Turchia), America meridionale, America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide. 


Complessivamente, nella circoscrizione Estero, la ripartizione Europa, che è anche la più grande, elegge 3 deputati su 8 e un senatore su 4. Dodici, quindi, il totale dei rappresentanti eletti dagli italiani residenti all'estero (ANSA)


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I leader al voto 

Nel primo pomeriggio avevano votato più o meno tutti i maggiori leader italiani: Renzi a Firenze, De Magistris a Napoli, Berlusconi e Salvini a Milano, mentre a Roma hanno votato Calenda, Conte e Letta.


L'unica che a metà pomeriggio non era ancora riuscita a farlo è Giorgia Meloni: all'istituto Bachelet in via Beata Vergine del Carmelo a Roma, la ressa di fotografi e giornalisti era tale in mattinata da richiedere l'intervento della presidente di seggio per sgombrare l'area. La leader di FdI ha fatto sapere che rimanderà di qualche ora, per evitare ulteriori colli di bottiglia


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Cinque cose da tenere a mente per queste elezioni

Quella che si è chiusa lo scorso giovedì è stata la campagna elettorale più spenta e sottotono mai registrata nella storia della seconda repubblica.


Eppure, è certo che il prossimo esecutivo dovrà legiferare in circostanze epocali non solo per l'Italia, ma per il mondo intero.


Alcuni punti fondamentali da tenere a mente


  1. Crisi energetica. Il tema più sorvolato in campagna elettorale dai maggiori partiti, eppure il primo di cui dovranno occuparsi. Attualmente fa testo il pacchetto varato dal governo Draghi, che punta a ridurre i consumi con la stretta sui riscaldamenti e ad avvicinare l'Italia all'indipendenza energetica con misure d'emergenza come il ritorno al carbone (in deroga al Green Deal). È certo, però, che questo non basterà, specialmente se alcuni partner, come l'Algeria, dovessero davvero rivedere al ribasso le forniture negoziate. Il prossimo governo dovrà inoltre decidere come alleviare la morsa del caro bollette. Sul punto già s'intravedono fratture nella coalizione di destra: Salvini invoca uno scostamento di bilancio da 30 miliardi, Meloni dice "niet", se non come ultimissima ratio


  2. Guerra in Ucraina. Il terreno di scontro per eccellenza. I più radicali, tra i grandi partiti, sono i  Cinque stelle, che chiedono lo stop delle forniture militari e un riposizionamento italiano su un ruolo di mediazione che tenda a far tacere le armi e svincolarsi dall'oltranzismo di Washington. Da Meloni, come da Letta, c'è il "sì" incondizionato al sostegno a Kiev, sul solco tracciato da Mario Draghi. Ma la destra, su questo, potrebbe non essere così compatta: per Salvini, le sanzioni rischiano di mettere in ginocchio l'Italia molto prima di Mosca; e intanto la condanna di Putin, da parte di Berlusconi pare già molto meno netta rispetto a qualche mese fa  


  3. Assetto istituzionale. La destra è stata chiara: se la maggioranza andrà a loro, un tentativo di riforma in senso semi-presidenziale (sul modello francese) è praticamente certa. Da questo punto di vista, molto dipenderà dal peso che avrà un'eventuale maggioranza di centro-destra: con i due terzi della maggioranza in parlamento, si può bypassare infatti il referendum. Altrimenti la parola andrà ai cittadini, che si esprimeranno con un quesito senza vincolo di quorum. Da sinistra, comunque, sul tema si promette battaglia 


  4. Rappresentanza e taglio dei parlamentari. Il prossimo parlamento sarà il primo a risentire direttamente del taglio dei parlamentari varato col referendum del settembre 2020. Alla Camera alta gli eletti passano da 630 a 400. Al Senato da 315 a 200. L'Italia diventa il paese europeo con il più basso rapporto tra elettori ed eletti (accadeva finora il contrario). E interi territori, per effetto della riorganizzazione dei collegi, trovandosi senza una delegazione di eletti, scompariranno dai radar di Montecitorio, scivolando alla periferia dell'impero


  5. Disaffezione senza precedenti. Tra crisi, inflazione, guerra e pandemia, gli eventi sono epocali; eppyre gli Italiani non sono mai stati così distanti e disillusi rispetto alla politica. Analisti e sondaggisti hanno stimato un'affluenza del 65 per cento a questa tornata: 7 punti in meno del 2018, in maniera congruente con la caduta libera registrata negli ultimi anni.  Alle 12 il dato era migliore del previsto: 19,21% contro il 19,58 registrato alla stessa ora quattro anni fa


Per approfondire - 

Urne aperte in Italia: alcune cose da tenere a mente per questo voto

euronewsCrisi energetica, guerra in Ucraina, spinte presidenzialiste: la campagna elettorale meno partecipata nella storia recente prelude all'elezione di un governo che si troverà a lavorare in circostanze epocali. Il punto di Euronews

">Urne aperte in tutta Italia: alcune cose da tenere a mente per queste elezioni


https://it.euronews.com/2022/09/25/urne-aperte-in-tutta-italia-5-cose-da-tenere-a-mente-per-queste-elezioni


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Urne aperte in Italia. I primi dati sull'affluenza


Secondo i dati del Ministero dell'Interno, alle ore 12 aveva votato il 19,21% degli aventi diritto, (7.904 comuni su 7.904).


Nella precedente tornata elettorale del 2018 alla stessa ora si era recato alle urne il 19,43% degli elettori per la Camera


(Fonte: Ministero dell'Interno)


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