Ponte Morandi, a settembre la prossima udienza del processo

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Sul banco degli imputati 59 persone: secondo l'accusa sapevano che il viadotto non era sicuro e non hanno preso provvedimenti. Le famiglie delle vittime preoccupate per il rischio di tempi lunghi

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Dopo quattro anni di indagini, è iniziato il processo per il crollo del ponte Morandi, il viadotto collassato il 14 agosto del 2018, causando la morte di 43 persone. Una pagina drammatica della storia d'Italia a cui i familiari, riuniti nel Comitato per il Ricordo delle Vittime del Ponte Morandi, chiedono sia scritto un giusto epilogo.

Sono 59 le persone imputate: ci sono ex vertici e tecnici di Atlantia, la holding di Autostrade per l'Italia, e Spea, la società che si occupava di manutenzioni e ispezioni, ma anche dirigenti del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e funzionari del Provveditorato. Le accuse, a vario titolo, spaziano dall'omicidio colposo plurimo, all'omicidio stradale, al crollo doloso, e all'omissione d'atti d'ufficio. 

Il dolore dei parenti

Egle Possetti, presidente del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi, nella tragedia ha perso la sorella, il cognato, due nipotini. Sottolinea il fatto che "la famiglia Benetton, il maggiore azionista di Autostrade per l'Italia, ha avuto atteggiamenti inammissibili. Non si sono mai scusati - dice Possetti - Hanno sempre avuto un approccio difensivo. Secondo noi - conclude - questo modo di comportarsi è sempre stato inaccettabile".

Ma soprattutto, avrebbero avuto un ruolo decisivo nel permettere l'accaduto. "Ci son oelementi che attestano che dal 2013 nella documentazione era scritto che il ponte Morandi era a rischio crollo. In cinque anni non è stato fatto nulla. Questo è inaccettabile". 

I parenti si dicono fiduciosi ma anche preoccupati.  I reati come il crollo e il disastro si prescrivono nel 2033, nel 2031 decade l'attentato alla sicurezza dei trasporti. "Abbiamo la speranza che tutto possa andare per il meglio, che si riesca ad arrivare alle condanne e che sia fatta giustizia ma è chiaro che in Italia i processi sono sempre complicati" ,le parole di Egle Possetti.

Le tesi della difesa

Secondo l'accusa, buona parte degli imputati sapeva che il ponte non era in sicurezza e sarebbe potuto crollare, ma non ha fatto nulla. La difesa punta invece a spostare le responsabilità sulla costruzione originaria.

"Oggi, con l'avvio del dibattimento, si inizia a parlare di fatti, finalmente fuori da un processo mediatico, falsato e distorto, che fin dall'inizio ha ignorato la ragione del crollo del ponte, individuata dai periti del giudice dell'udienza preliminare nel grave vizio di costruzione risalente agli anni sessanta, occulto e occultato, mai diagnosticato da nessun tecnico prima della tragedia"., ha dichiarato di fronte al palazzo di Giustizia di Genova Guido Carlo Alleva, il legale dell'ingegner Giovanni Castellucci, amministratore delegato di Atlantia.

Stessa linea tenuta da un altro legale del manager, Giovanni Accinni "Fuori dalla favola, e quindi nel rispetto dei fatti, emergerà che il ponte è crollato per un vizio costruttivo occulto, che è rimasto tale. Questo è il motivo per cui 43 persone sono morte in modo spaventoso e assurdo e degli imputati innocenti stanno affrontando un processo". Aspi e Spea sono invece uscite dalla causa patteggiando circa 30 milioni di euro.

Il messaggio del presidnete della regione Liguria Giovanni Toti

A settembre la prossima udienza

Fuori dall'aula lacrime e abbracci e anche la protesta dei giornalisti, perché alle telecamere è stato concesso l'ingresso solo nei primi dieci minuti dell'udienza.  "Il crollo di ponte Morandi è un evento che ha scosso non solo il nostro Paese ma tutto il mondo, è un fatto eclatante, clamoroso. Non siamo davanti a fatti intimi ma a responsabilità pubbliche. Non è accettabile che venga oscurato un processo per un fatto di questo genere. Faremo di tutto perchè questo non sia un precedente", ha affermato in proposito il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Bartoli.

La prima udienza è durata in tutto un'ora per l'appello, più 45 minuti per consentire agli avvocati di depositare le quasi 300 richieste di costituzione di parte civile e un quarto d'ora per fissare il calendario. La prossima si terrà il 12 settembre, in un processo definito "il più importante che abbiamo in Italia in questo momento" dal presidente del collegio Paolo Lepri:  più di 550 testimoni tra quelli dell'accusa e quelli delle difese, 57 consulenti tecnici chiamati a deporre.

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