Benedetto Della Vedova: "L'Italia è al fianco dell'Ucraina"

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Image Diritti d'autore ALESSANDRO DELLA VALLE/� KEYSTONE / ALESSANDRO DELLA VALLE
Di Alberto De Filippis
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Alla conferenza di Lugano appena conclusa l'Italia si dichiara al fianco di Kiev

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A Lugano per la conferenza sulla ricostruzione dell'Ucraina. L'Italia era rappresentata dal sottosegretario agli Esteri Benedetto della Vedova.

Alberto de Filippis, Euronews: Ma con tutti i problemi che ha l'Italia in questo momento, era davvero necessario preoccuparsi dell'Ucraina? E come si finanzierà questa ricostruzione?

Benedetto della Vedova, sottosegretario agli esteri: " Vediamo che l'aggressione russa all'Ucraina sta causando anche problemi molto seri e specifici nella vita delle famiglie e delle imprese italiane. Illudersi che ci si possa non preoccupare di quanto accade in Ucraina e non pensare ad aiutare gli ucraini a difendersi ed a ricostruire il proprio paese è una visione miope. Credo che sia nell'interesse dell'Italia, anche del suo interesse immediato, cooperare con l'Unione Europea innanzitutto e con la comunità internazionale, alla ricostruzione dell'Ucraina. In prospettiva aiutiamoli a difendersi, ma pensiamo che l'Ucraina dovrà essere ricostruita e diamo il messaggio all'aggressore, a Putin, che un pezzo della comunità internazionale, Unione Europea, America, Canada, Giappone, Corea del Sud è al fianco dell'Ucraina e sarà al fianco dell'Ucraina anche per la ricostruzione". 

Alberto de Filippis, Euronews: Quali saranno i modi per sostenere l'Ucraina adesso e in futuro? 

Benedetto della Vedova, sottosegretario agli esteri: " In questa conferenza tutti i paesi che sono intervenuti sono perfettamente consapevoli di due cose: la prima che bisogna continuare a sostenere sul piano finanziario, sul piano umanitario e sul piano militare l'Ucraina che deve potersi difendere. E che un'Ucraina in grado di difendersi e di arrestare l'avanzata e l'aggressione russa sarà più facilmente protagonista di un processo di pace. Il processo di pace si potrà aprire se Putin capisce che non può andare avanti anzi si è già spinto assolutamente oltre e che avrà necessità lui di fermarsi. Perché altrimenti non ci sarà la pace semplicemente ci sarà un'occupazione progressiva che non si capisce se si fermerà ai confini dei confini. Il focus oggi giorno per giorno resta sulla difesa dell'Ucraina e io sono fiducioso che il parlamento italiano nonostante tutte le discussioni sosterrà l'azione del governo e del presidente Draghi qualora in futuro ci fosse bisogno di prendere altre decisioni sull'invio di armi a Kiev. 

Non dubito che il sostegno arriverà, ma mentre facciamo questo sosteniamo l'Ucraina, ma è giusto e doveroso cominciare a discutere della ricostruzione da tutti i punti di vista, perché gli ucraini questo ci chiedono. L'Italia è stata protagonista dentro al consiglio europeo affinché si arrivasse a riconoscere all'Ucraina lo status di candidato all'Unione Europea e questo è stato un passaggio politicamente importante che la pubblica opinione ucraina, gravata da questa tragedia, ha accolto come segno di fiducia. E anche discutere della ricostruzione tutti insieme è un altro segno di fiducia che arriva alla pubblica opinione ucraina ed è un altro messaggio a Putin. Noi non ci fermiamo, non smettiamo di sostenere l'Ucraina da un punto di vista umanitario, militare e per quanto riguarda la ricostruzione che arriverà. Credo che nella tragedia che il popolo e le istituzioni ucraine stanno vivendo, questa conferma del sostegno internazionale sia un elemento molto positivo anche perché se Putin dovesse vedere, ma non accadrà, che venisse meno il sostegno internazionale, questo lo spingerbbe a proseguire nella sua guerra di aggressione. Così forse capisce che arriverà presto anche per lui l'interesse a un cessate-il-fuoco e a un negoziato". 

Alberto de Filippis, Euronews: "A livello politico e di opinione pubblica però, l'Italia sembra spaccata circa le posizione nei confronti della guerra iin Ucraina. Lei cosa ne pensa? 

Benedetto della Vedova, sottosegretario agli esteri: " È vero che c'è una discussione aperta, anche accesa fra le forze politiche che sostengono questo governo, dentro una maggioranza eterogenea, è vero anche che fino ad oggi la fiducia al premier Draghi da parte del parlamento non solo non è mai mancata, ma sul tema dell'Ucraina è andata spesso oltre la stessa maggioranza coinvolgendo anche la principale forza d'opposizione. Quindi discussione sì, ma fino ad oggi sostegno pieno a Draghi". 

Questi i punti salienti dell'accordo di Lugano: 

L'Ucraina guida il processo e lo implementa con i partner internazionali con controllo dei progressi e dei flussi finanziari fatti a scadenze regolari;

Focus sulle riforme. Recovery, resilienza e percorso sulla strada delle riforme sono interdipendenti;

Trasparenza, magistrati indipendenti e lotta alla corruzione oltre a responsabilità e certezza dello stato di diritto;

Partecipazione democratica. Non un processo centralizzato, ma ancorato alla partecipazione democratica e locale;

Coinvolgimento di attori multipli (nazionali e internazionali) nel mondo del business, della società civile, dele università e delle comunità locali;

Inclusione e uguaglianza dei sessi e delle minoranze;

Sostenibilità. Non solo infrastrutture, ma anche rispetto degli aspetti sociali, economici e ambientali.

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