Ad essere bloccati non sono solo i carichi di grano ucraini, fermi nei porti controllati da Mosca, ma anche grandi quantità di riserve alimentari e fertilizzanti russi, che il Cremlino ha deciso di ritirare dai mercati internazionali.
Affrontare la crisi alimentare globale causata dall’invasione dell’Ucraina: è questo l'obbiettivo della riunione Onu sulla sicurezza alimentare che si è aperta ieri a New York e a cui partecipa anche il ministro degli esteri italiano Luigi di Maio.
Ad essere bloccati non sono solo i carichi di grano ucraini, fermi nei porti controllati da Mosca, ma anche grandi quantità di riserve alimentari e fertilizzanti russi. Questi prodotti non sono sottoposti alle sanzioni occidentali ma sono stati ritirati dal mercato internazionale per volontà del Cremlino.
12 miliardi di dollari stanziati
"Non ci sarà una vera soluzione alla crisi alimentare finchè non avremo reintegrato sul mercato mondiale la produzione ucraina, così come gli alimenti e il fertilizzante prodotti in Russia e Bielorussia, nonostante la guerra", ha dichiarato António Guterres, il Segretario Generale delle Nazioni Unite. "Mosca deve permettere all'Ucraina di esportare il grano bloccato nei porti. Gli alimenti e i fertilizzanti russi devono tornare ad essere liberamente disponibili sui mercati mondiali".
La Banca Mondiale stanzierà 12 miliardi di dollari per finanziare progetti in grado di affrontare la crisi alimentare globale. Questi fondi andranno principalmente a paesi africani, mediorientali e dell'Europa dell'est. Sale dunque a 30 miliardi di dollari il totale stanziato per l'emergenza che secondo la Banca Mondiale potrebbe essere gravissima.
"Il commercio alimentare deve rimanere aperto per evitare aumenti di prezzo"
"Questa crisi potrebbe essere anche peggiore rispetto a quella del 2007 e potrebbe toccare moltissime famiglie", dice Martien Van Nieuwkoop, della divisione Agricoltura della Banca Mondiale. "Stiamo già osservando un livello molto alto di insicurezza alimentare. Per aiutare le famiglie meno abbienti bisognerà migliorare le politiche di welfare e aiutare gli agricoltori ad affrontare la stagione della semina. Dovremo anche fare in modo di evitare le restrizioni sull'export. Il commercio alimentare deve rimanere aperto per evitare aumenti di prezzo", prosegue l'esperto della Banca Mondiale.
Anche Washington ha stanziato ulteriori 215 milioni di dollari per la lotta contro l'insicurezza alimentare.
Secondo le stime dell'Onu, nel corso di questi ultimi due anni, il numero di persone in situazione di grave insicurezza alimentare è raddoppiato, passando a 276 milioni di persone. L'anno scorso, 193 milioni di persone in 53 Paesi del mondo soffrivano la fame.
La situazione potrebbe essere aggravata anche dalla forte ondata di calore che sta colpendo l'India e che potrebbe spingere Nuova Delhi a riservare le sue scorte alimentari al consumo interno.