La polizia israeliana è accusata, secondo le rivelazioni del quotidiano Calcalist, di avere spiato per anni e "senza controllo giudiziario" numerosi personaggi pubblici.
Nuove rivelazioni nello scandalo Pegasus: a essere sotto accusa è ora la polizia israeliana, che avrebbe spiato per anni e "senza controllo giudiziario o inchieste in corso" alti funzionari di governo, sindaci, attivisti e giornalisti. La polizia si sarebbe servita dello spyware Pegasus, che sfrutta le vulnerabilità dei sistemi operativi dei telefoni per accederne ai contenuti. Il programma dell'azienda Nso permette anche di attivare da remoto e all'insaputa della vittima la fotocamera e il microfono.
La fitta rete di spionaggio sorvegliava una serie di esponenti pubblici che andavano da ex ministri a uomini d'affari e avrebbe preso di mira anche lo staff e il figlio dell'ex premier Benyamin Netanyahu durante il processo a suo carico. L'ex primo ministro ha parlato di "un giorno buio per lo Stato di Israele. Tralasciando ciò che mi riguarda in prima persona, che ovviamente ha ampie implicazioni, penso che questo scandalo riguardi tutti i cittadini israeliani", ha proseguito Netanyahu.
Di fronte alla gravità dello scandalo che coinvolge le forze di polizia, l'attuale primo ministro Naftali Bennet ha promesso una reazione da parte del suo governo. "Indagheremo in maniera trasparente, rapida e profonda", ha dichiarato Bennett, "perchè noi tutti, i cittiadini israeliani, i ministri e le istituzioni, meritiamo risposte". Il premier ha chiesto alla Procuratrice generale Gali Baharav-Miara, appena nominata, di intervenire sulla vicenda.
Il ministro degli Esteri Yair Lapid ha precisato che la Commissione di inchiesta dovrebbe essere stabilita entro la fine del mese ed ha messo in guardia dallo smantellare la polizia. "I guardiani della legge devono essere quelli che osservano le regole meglio di chiunque altro", ha sottolineato Lapid. Ma nessuno "è immune dalle indagini" in uno scandalo che "offusca la democrazia israeliana". E a maggior ragione quando le proporzioni dello scandalo mettono in pericolo la stabilità della coalizione di governo.
Il capo della polizia israeliana Kobi Shabtai nega al momento di avere utilizzato Pegasus per hackerare i cellulari di personaggi pubblici e ha ordinato una inchiesta interna sulle denunce contro la polizia.