Il presidente armeno Sarkissian si dimette a 4 anni dall'elezione

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Sarkissian ha annunciato le dimissioni dall’incarico, a quattro anni scarsi dall'inizio del mandato. Ha dichiarato che non dispone degli strumenti necessari per influenzare la politica interna ed estera di un paese comunque in difficoltà

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Il presidente dell’Armenia, Armen Sarkissian, ha annunciato le dimissioni dall’incarico a quattro anni scarsi dall'elezione. "Ho riflettuto a lungo e ho deciso di dimettermi dopo quattro anni di lavoro attivo" perché "il presidente non ha gli strumenti necessari per influenzare gli importanti processi di politica estera e interna in tempi difficili per il popolo e per il Paese": ha affermato in una nota Sarkissian. In Armenia la carica di presidente dura sette anni e il ruolo è quello del garante dell'unità nazionale, mentre il potere esecutivo è prerogativa del primo ministro, che guida l'azione di governo.

Gli esiti della rivoluzione di velluto

Sarkissian era diventato presidente dell’Armenia in seguito alla cosiddetta “rivoluzione di velluto armena”, vale a dire le proteste non violente che avevano portato alle dimissioni l’allora presidente Serzh Sargsyan, accusato di voler instaurare un regime autoritario in Armenia.

Nell’ultimo anno Sarkissian aveva vissuto diversi momenti di attrito con il primo ministro Nikol Pashinyan, rieletto nel corso della scorsa estate. Le elezioni erano state convocate dopo la sconfitta dell’Armenia nella guerra contro l’Azerbaijan, che aveva provocato grandi proteste contro Pashinyan.

Gli eredi dello sterminio

L’attuale Armenia è l'erede di uno stato che fu creato dalla comunità armena che era stata inglobata nel decadente impero zarista poi diventato Unione Sovietica nel 1921. Anche lì si rifugiarono centinaia di migliaia di scampati al genocidio che agli inizi del XX secolo gli armeni scontarono per mano degli ottomani. Dei 2,5 milioni di armeni che si trovavano nell’Impero ottomano il 90 per cento fu ucciso o deportato.

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