Allarme terrorismo in Gran Bretagna dopo l'esplosione a Liverpool

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Il comitato di emergenza Cobra, convocato a Londra sotto la presidenza del premier Boris Johnson, ha elevato l'allerta terrorismo nel Regno Unito in seguito all'attentato a Liverpool. La minaccia passa da 'sostanziale' ad 'altamente probabile'.

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Il comitato di emergenza Cobra, convocato a Londra sotto la presidenza del premier Boris Johnson, ha elevato l'allerta terrorismo nel Regno Unito in seguito all'attentato di Liverpool. La minaccia passa da 'sostanziale' a 'severa', come rende noto il governo britannico.

Allerta permanente

"L'attentato è un violento promemoria sulla necessità per tutti noi di rimanere totalmente vigili - ha detto il premier britannico reagendo a margine di un briefing sui vaccini anti Covid a Downing Street - Ma quello che è stato dimostrato è che il popolo britannico non sarà mai intimidito dal terrorismo, non ci arrenderemo mai a coloro che cercano di dividerci con atti di violenza insensati, e che le nostre libertà e il nostro stile di vita prevarranno sempre". Johnson ha detto inoltre di non poter commentare l'accaduto sul quale le indagini sono in corso, ma ha confermato l'indicazione della polizia sulla matrice e la decisione d'innalzare l'allerta terrorismo nel Regno Unito. Ha poi definito "esecrabile" l'esplosione avvenuta a Liverpool a bordo di un taxi.

Gli arresti di domenica

Tre giovani uomini di 29, 26 e 21 anni sono stati arrestati dalla polizia a Liverpool per violazione della legge britannica sul terrorismo (Terrorism Act) in relazione all’ esplosione di un taxi avvenuta davanti al Women Hospital di Liverpool, nella quale una persona è morta. Successivamente è stato fermato un quarto uomo, un ventenne.   Le perquisizioni proseguono nel quartiere Kensington di Liverpool. I fermi, per questo tipo di incriminazione, possono durare due settimane. 

Inizialmente la violazione alle norme anti-terrorismo veniva contestata per le modalità dell'esplosione, mentre sulle motivazioni gli inquirenti restavano prudenti, e tendevano anzi ad escludere questioni terroristiche o religiose. In mattinata, quando vero le 11 era avvenuta l'esplosione, si era anche pensato a un guasto al veicolo.  Le fiamme si erano propagate rapidamente. David Perry, il tassista che era riuscito a fuggire prima che le fiamme si propagassero, è stato dimesso dall'ospedale e ha potuto far rientro a casa, benché in condizioni psico-fisiche non ottimali.  

Si è poi saputo il nome del presunto terrorista, il 32enne che aveva con sé l'ordigno e che è morto sul veicolo: Emad Al Swealmeen.  Il taxi lo aveva prelevato in Rutland Avenue, nel quartiere Kensington, e l'uomo aveva chiesto di essere portato all'ospedale, a dieci minuti di distanza.  L'ordigno, di fattura artigianale, gli è poi esploso in mano.

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