Svezia: fonde il ghiacciaio di Kebnekaise

Svezia: fonde il ghiacciaio di Kebnekaise
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Per via del surriscaldamento climatico e dell'orientamento dei venti la montagna che era la più alta del Paese ha perduto 2 metri in un anno

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Anche i ghiacciai svedesi si ritirano, un sintomo come tanti del surriscaldamento climatico. Succede quindi che al massiccio del Kebnekaise, profondo nord svedese, la cima che un tempo era più alta non lo è più: la punta ghiacciata si è sciolta, meno due metri di altezza nell'ultimo anno, da 2096 metri a 2094. Secondo gli studiosi la colpa è del surriscaldamento e anche dei venti che hanno depositato la neve altrove. Ninis Rosqvist, professoressa di geografia all'Università di Stoccolma, crede che i ghiacciai continueranno a sciogliersi "perché sta diventando più caldo e non abbiamo ancora ridotto le emissioni, ma forse possiamo fermare lo scioglimento delle calotte glaciali più grandi e le informazioni che ci dà questo ghiacciaio possono aiutare".

Guai per le renne se piove anziché nevicare

A pagare le conseguenze del surriscaldamento climatico sono anche gli allevatori di renne, per gli animali è difficile nutrirsi; Tomas Kuhmunen spiega che se piove per settimane e poi nevica si crea uno strato di ghiaccio sui licheni rimasti che impedisce alle renne di nutrirsi.

Gli inverni sono ancora freddi ma gli effetti delle estati calde al massiccio del Kebnekaise sono sempre più gravi anche se non sempre visibili a occhio nudo. Keith Larson, capo della stazione di ricerca di Abisko, spiega che "il permafrost incorpora molto carbonio e finché è congelato è una buona cosa, ma quando inizia a scongelarsi, parte di quel carbonio finirà nelle acque e nell'atmosfera, e questo favorisce ancora di più il surriscaldamento." 

Da ormai diversi anni il ghiacciaio del Kebnekaise si ritira, si spera sempre che l'inverno successivo sia foriero di abbondante neve e che esso si ricostituisca ma finora le attese sono state tradite.

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