Il vero volto dei talebani

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Di Eloisa Covelli
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Spari sulla folla che manifesta. Check point per l'ingresso in aeroporto. Caccia ai collaboratori dei paesi Nato

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I talebani mostrano il loro vero volto. A parole predicano perdono e dialogo. Nei fatti sparano. Sparano sulla folla che cerca di entrare in aeroporto. Sparano su chi manifesta.

I check point all'aeroporto

Da domenica ben 12 persone hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l'aereo della salvezza: morti per la calca e per gli spari. Molti afghani con visto denunciano di non riuscire ad arrivare allo scalo perché i talebani li fermano e li schedano ai check point. Le madri disperate spingono i figli oltre il filo spinato tra le braccia dei soldati americani.

"I talebani usano i posti di blocco per individuarci. E noi siamo in una situazione Catch 22, necessitiamo delle credenziali Usa per passare, ma se le mostriamo siamo spacciati" racconta al Corriere della Sera Akhtar Mohammad Stuman, un afghano che si è arricchito lavorando per le basi italiane. "Ieri sono venuti alla mia villa - continua - Sono ricercato. Hanno chiesto a mia figlia più giovane dove fossi".

Gli Stati Uniti hanno chiesto ai talebani di lasciar passare le persone che devono imbarcarsi. Per questo Biden ha annunciato che le truppe Usa resteranno a Kabul oltre il 31 agosto, ma non potranno uscire dall'aeroporto.

Abbiamo detto chiaramente, noi e i nostri partner internazionali, che deve essere garantito il passaggio in sicurezza per quelli che devono arrivare all'aeroporto.
Ned Price
portavoce Usa

I talebani cercano i "nemici" casa per casa

Nonostante i proclami di pace e perdono, dall'Afghanistan arrivano molte testimonianze di gente rapita per vendetta dai talebani. In questo video, pubblicato dall'Indipendent Persian dei bambini chiedono la liberazione del padre. "I figli di un agente di polizia afghano nella provincia di Ghazni hanno diffuso un video in cui chiedono la liberazione del padre, arrestato dai talebani otto giorni fa - scrive l'Indipendent Persian - Dicono: se i talebani hanno davvero concesso l'amnistia, allora perché nostro padre è ancora prigioniero?".

Altre proteste per la bandiera

Il 19 agosto, giorno dell'indipendenza del Paese, gli afghani sono scesi in piazza per la seconda volta in difesa della bandiera nazionale, che i talebani stanno sostituendo con quella del movimento. Dopo Jalalabad, i talebani hanno represso anche le manifestazioni della provincia di Nangarhar, Khost e Kunar. Anche a Kabul un corteo di auto e persone vicino all'aeroporto ha portato lunghi striscioni neri, rossi e verdi in onore della bandiera afghana.

"Dialogo con l'Occidente"

Intanto i talebani stanno cercando di costruirsi una credibilità internazionale.

Chiediamo all'America, all'Europa e agli altri paesi di trattare con noi politicamente. È stato provato negli ultimi 100 anni che abbiamo combattuto tutti i poteri e siamo rimasti in piedi. Non accettiamo quelli che si fanno forza con le parole e non si arrendono all'evidenza delle armi. Abbiamo avuto la meglio anche di fronte alle nuove tecnologie.
Zabihullah Mujahid
portavoce talebano
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