Afghanistan: 20 anni di guerra

Combattenti afghani
Combattenti afghani Diritti d'autore Asia centrale
Diritti d'autore Asia centrale
Di Paolo Alberto Valenti
Condividi questo articoloCommenti
Condividi questo articoloClose Button
Copia e incolla il codice embed del video qui sotto:Copy to clipboardCopied

L'abbandono dell'Afghanistan schiude una dolente riflessione sull'insieme delle scelte belliche occidentali. Le immagini simbolo dell'inizio e della fine del conflitto sono legate agli aerei: quelli contro le Torri gemelle, quelli in cui si voleva entrare per fuggire da Kabul

PUBBLICITÀ

Ferragosto 2021: le immagini di chi si è fatalmente aggrappato all'aereo militare statunitense che decolla da Kabul resteranno l'emblema di una guerra che si dissolve così come lo starter del conflitto erano state le immagini degli aerei piombati sulle Torri gemelle nel settembre del 2001. Fra le sequenze di Kabul, ormai in preda ai Talebani, e quelle di 20 anni fa a New York scorrono 170mila morti civili afghani, migliaia di morti della Nato, un numero imprecisato di guerriglieri talibani morti, 5,4 mila miliardi di euro spesi per l'insieme del conflitto dalle forze occidentali.

L'inizio in guerra del secolo

Il giorno dopo la tragedia al World Trade Center la NATO attivò per la prima volta l’articolo 5 del trattato, che considerava l’attacco a uno dei paesi dell’alleanza militare come un attacco all’intera alleanza, e obbligava tutti gli stati membri a difendere il paese colpito. Così anche l'Italia è entrata in guerra stabilendo il quartier generale delle sue forze armate di teatro ad Herat da dove ha faticosamente fronteggiato una dimensione non omogenea: quella del tentativo di dominio da parte dell' islam radicale in Afghanistan, un sistema complesso e antico in cui il messaggio fondamentalista si oppone visceralmente al concetto delle democrazie occidentali.

I limiti della guerra asimmetrica

Ma la guerra asimmettrica che i Talebani hanno combattuto in prevalenza con azioni da kamikaze e col dispiegamento delle bombe artigianali (le famigerate IED: improvised explosive device) disseminate lungo la Ring road (il grande raccordo stradale che inanella tutto l'Afghanistan), ha tenuto il conflitto in uno stallo perenne e in 20 anni non sono state trovate soluzioni per una pacificazione migliore.

L'Italia in Afghanistan

L'Italia ha perso almeno 53 fra soldati e ufficiali che il premier Mario Draghi ha definto eroi. L'ammaina bandiera ad Herat si è celebrato ai primi di giugno ma il sentimento di disfatta morale grava su tutto l'Occidente che dovrà ripensare l'insieme dei suoi rapporti con le periferie del mondo e con la disperazione delle popolazioni più sfortunate.

La storia degli ultimi anni di guerra ha visto schiere di combattenti afghani passare tranquillamente dalle file dei Talebani alle milizie della Repubblica dell'Afghanistan per poi ritornare ancora una volta al nemico nel marasma di una paese fitto di etnie e culture anche molto diverse fra loro nonostante l'egemonia prevalente dei Pashtun.

Lo zampino di Trump

Nel 2019 l'allora presidente statunitense Donald Trump ha approvato l'accordo di massima con i leader talebani per consentire il ritiro completo delle truppe statunitensi dall’Afghanistan, in cambio dell’impegno a non lasciare che gruppi terroristici usassero le valli afghane come basi per pianificare attentati contro gli USA. Il nuovo presidente Biden non ha ritenuto d' invalidare l'accordo.

Condividi questo articoloCommenti

Notizie correlate

Talebani casa per casa, NATO: "Rispettino gli obblighi internazionali"

"La guerra non è una soluzione" le parole di Emergency da Kabul

Afghanistan, a Kabul riaperto l'aeroporto